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Cronaca

Suicidio sventato in carcere. Un altro. "Ora basta!"

Il sindacato degli agenti di polizia penitenziaria: "Alta professionalità degli operatori del Corpo"

Suicidio sventato in carcere. Un altro. "Ora basta!"

Suicidio sventato in carcere. Un altro. "Ora basta!"

La notizia arriva dal carcere di Biella e racconta un’altra corsa contro il tempo vinta dalla polizia penitenziaria, che ha evitato il suicidio di un detenuto grazie a un intervento rapido e a una capacità di osservazione che, dietro le sbarre, fa la differenza tra la vita e la morte. A darne comunicazione è il sindacato Sinappe, che definisce l’episodio «un tassello dei migliaia di salvataggi» compiuti ogni anno negli istituti italiani, ricordando come il Corpo riesca «a sottrarre alla disperazione più persone di quante purtroppo non si riescano a salvare». Nella nota, l’organizzazione parla di «una professionalità che non si esaurisce nella sorveglianza ma si traduce in un'attenzione umana spesso ignorata fuori dai perimetri carcerari».

A sottolineare la portata dell’intervento è Matteo Ricucci, vice segretario regionale Sinappe, che richiama la funzione essenziale degli agenti: «non solo garanti della sicurezza, ma anche custodi della vita dei detenuti, costretti a muoversi in un quadro segnato da una cronica carenza di organico». Una pressione quotidiana che rende ogni emergenza più complessa, come avvenuto a Biella, dove la rapidità del personale ha impedito che una situazione disperata si trasformasse in tragedia.

Da Raffaele Tuttolomondo, segretario nazionale del sindacato, arriva infine l’appello a riconoscere formalmente il valore dell’azione svolta. «Serve avviare immediatamente le procedure per conferire ricompense e attestati al personale intervenuto», afferma, definendo il gesto «un doveroso segnale istituzionale» e «il riconoscimento di un lavoro che continua a reggere il peso di un sistema penitenziario in equilibrio precario».

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