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Cronaca
31 Luglio 2025 - 23:51
Bianca con Vincenzo della Pizzeria Capri
“Oggi non è una bella giornata.” Così, con poche e dolorose parole, Claudio Rossi ha annunciato la scomparsa della madre Bianca, una donna che ha attraversato la vita con la forza di una leonessa e la grazia di un sorriso che sapeva resistere anche al dolore più acuto. Dopo una lunga battaglia affrontata con dignità e coraggio, Bianca ha smesso di soffrire. Ma il vuoto che lascia dietro di sé è immenso.
Bianca Rossi non era solo una madre e una moglie. Era, per Ivrea, molto di più: un simbolo. Con il marito Vincenzo, aveva dato vita a un pezzo di storia cittadina: la Pizzeria Capri in via Amedeo di Castellamonte. Un punto di riferimento non solo gastronomico, ma umano. In quel locale, dal 1980 fino alla fine del 2023, si sono intrecciate storie di famiglie, compleanni, prime cene romantiche, pranzi improvvisati e tanti, tantissimi sorrisi. Un luogo che parlava napoletano e piemontese insieme, che sapeva di ’ndunderi, di scialatielli e di limone della Costiera, ma anche di affetto autentico e umanità.
Originari di Tramonti, la patria della pizza sulla Costiera amalfitana, Bianca e Vincenzo avevano trovato a Ivrea la loro casa. Lui pizzaiolo fin da ragazzino – dal 1967, a soli 14 anni – tra Vercelli, Mantova, Monza, fino all’approdo a Ivrea dove il fratello di Bianca già lavorava. Lei, riservata e tenace, sempre al fianco del marito, instancabile, precisa, elegante nella sua gentilezza. Insieme, sono stati prima dipendenti della Capri, dal novembre 1975 al settembre 1980, e poi i titolari fino al giorno in cui, per motivi di salute, hanno abbassato le saracinesche con un lungo e commovente messaggio di congedo: “Siamo giunti al termine di un viaggio straordinario... È stato un onore servirvi, vedere le vostre famiglie crescere e condividere con voi i momenti più importanti della vostra vita intorno a una pizza, un antipasto o un tiramisù. Siete stati parte della nostra famiglia.”
Oggi, tutta Ivrea si stringe alla famiglia Rossi. Da ore, i social sono invasi da messaggi di cordoglio. Sono centinaia. Tutti, senza eccezione, uniti nel dolore, nel ricordo, nella riconoscenza. “Era una grande donna”, “Gentilezza e signorilità in ogni gesto”, “Sempre con un sorriso per tutti”, “Ci mancherai, Bianca”. C’è chi racconta degli abbracci che sapeva dare, chi si ricorda con affetto dei lecca-lecca regalati alle bambine, chi scrive: “Entravamo lì non solo per la pizza, ma per la famiglia che ci accoglieva”. Parole semplici, vere, che compongono il ritratto di una persona amata profondamente da un’intera comunità.
Toccante anche il ricordo di chi, incontrandola casualmente dopo la chiusura del locale, aveva visto in lei una nonna pronta a riscoprire il tempo. Quel tempo che la malattia le ha poi sottratto troppo presto. “Avrebbe dovuto godersi la pensione. Dopo una vita passata a trattare il cliente come una persona e non come un numero”, scrive qualcuno.
Bianca non sarà dimenticata. Non lo sarà per la sua pasta e fagioli, per i dolci al limone ispirati a Sal De Riso, né per il calore del suo saluto all’ingresso del locale. Non lo sarà perché era parte di tante vite, presente nei momenti di festa, di gioia, di quotidianità. Non lo sarà perché in un mondo sempre più frettoloso, lei rappresentava la cura.
Oggi, Ivrea è un po’ più silenziosa. Più povera, come scrive un commosso cliente. Ma anche più grata. "Perché Bianca ci ha insegnato cosa vuol dire vivere con forza, con umiltà, e con un amore sincero per gli altri. Ciao Bianca. La città non ti dimenticherà."
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