Borseggiatori nel piazzale del Lidl

Trenta secondi. Il tempo di controllare il carrello, chiudere lo sportello, voltarsi per capire se davvero per terra c’era una monetina. Trenta secondi — forse meno — e lo zainetto non c’era più. Svaporato. Rubato davanti alla Lidl di via Strusuglia, in pieno giorno, in piena Ivrea.

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Un colpo fulmineo. Da manuale. Il ladro, con la solita tecnica da prestigiatore di bassa lega, ha atteso che la vittima abboccasse all’esca: una monetina lasciata appositamente per terra vicino all’auto. Il tempo di sporgersi, confusa, e lui — elegante nel suo tempismo — si è infilato nella macchina, ha arraffato lo zainetto Ciarro bianco con disegni marroni, e via. Documenti, portafogli, effetti personali: tutto sparito.

Poi la fuga a bordo di un'auto grigia.  

Solo il giorno prima, a poche centinaia di metri di distanza, un altro episodio da cronaca nera.

Fermata dell’autobus di corso Vercelli. In pieno giorno, qualcuno tenta di rubare un monopattino elettrico. Tentativo sventato, per miracolo, ma la sensazione è sempre la stessa: siamo in balia di chi si sveglia la mattina con l’idea di fregarci qualcosa.

E allora la domanda è una sola: che città è diventata Ivrea? Quella che si autodefinisce “smart”, “accogliente”, “vivibile”?  O quella in cui basta scendere dall’auto per rischiare di farsi alleggerire da professionisti del borseggio?

Chissà se nel prossimo piano di comunicazione istituzionale ci sarà spazio per queste esperienze immersive di vita urbana. “Benvenuti a Ivrea, la città dei festival, del design... e dei furti rapidi!”.

La realtà è che la percezione della sicurezza è ormai uno slogan vuoto. Quello zainetto rubato alla Lidl è solo l’ennesimo indizio di una città che si sta sfilacciando giorno dopo giorno.