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Cronaca
29 Marzo 2025 - 09:46
Assalto in carcere, detenuto aggredisce 4 agenti: “Macelleria italiana”
Pomeriggio di sangue e violenza dietro le sbarre della casa di reclusione. Un detenuto italiano di vent’anni ha seminato il panico tra le mura del carcere, mandando in ospedale quattro agenti della polizia penitenziaria. L’episodio è avvenuto ieri, venerdì 28 marzo. A denunciarlo è il sindacato Sinappe, che parla di «un gravissimo episodio di violenza» e accusa apertamente le istituzioni: «Il personale non è formato per gestire detenuti psichiatrici».
Tutto sarebbe cominciato con una richiesta: il detenuto avrebbe chiesto di parlare con un sovrintendente. Poi, senza alcun motivo apparente, l’aggressione. Prima contro il sovrintendente, poi contro gli agenti intervenuti per contenerlo. Una furia. Un’aggressione brutale, secondo le ricostruzioni sindacali. Gli agenti, tutti colpiti, sono stati trasportati d’urgenza in ospedale: tre se la caveranno con sette giorni di prognosi, mentre uno, colpito a un occhio e alla spalla, ne avrà almeno dieci.
Matteo Ricucci, vicesegretario regionale del Sinappe, si dice «indignato per questa vile aggressione» ed esprime «piena solidarietà ai colleghi feriti». Ma lancia anche un allarme: «La gestione degli internati è sempre più difficoltosa».
A rincarare la dose è Raffaele Tuttolomondo, segretario nazionale dello stesso sindacato: «Questi detenuti dovrebbero essere gestiti in ben altre strutture», avverte, invocando «interventi urgenti per garantire la sicurezza».
Polizia penitenziaria
Durissimo anche il commento di Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp: «Le carceri italiane sono diventate delle vere e proprie macellerie». Beneduci parla senza mezzi termini: «Il personale è stremato, stufo di essere massacrato. Le violenze contro i nostri agenti non hanno precedenti nella storia del Corpo». Per questo, l’Osapp chiede al governo e in particolare alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di «dichiarare lo stato di emergenza nazionale».
Secondo quanto ricostruito, la scintilla sarebbe partita da una pretesa del detenuto: voleva cambiare cella, poi ha insistito per parlare con il direttore del carcere. Non accettando di dover attendere, ha provato a entrare nel suo ufficio con la forza. Da lì la violenza. E la furia.
Oggi, nel carcere di Alba, ci si lecca le ferite. Domani, chissà.
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