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Cronaca
23 Febbraio 2025 - 13:08
Spaccio (foto d'archivio)
Quel continuo movimento di ragazzi intorno a via Fantina, a Settimo Torinese, aveva destato non poche preoccupazioni tra i residenti. Troppe presenze sospette, troppe soste frettolose, segnali inequivocabili di qualcosa che andava oltre la semplice aggregazione. La conferma non si è fatta attendere: i Carabinieri della Tenenza di Settimo, intervenuti dopo diverse segnalazioni, hanno scoperto che l’area era diventata un punto di riferimento per lo spaccio di hashish.
L’operazione è stata rapida ed efficace. Due militari in abiti civili si sono mescolati tra i giovani, fingendosi acquirenti. L’espediente ha funzionato: in pochi minuti sono riusciti a sorprendere due ragazzi, entrambi maggiorenni e residenti a Settimo Torinese. Uno dei due è stato trovato in possesso di un panetto di hashish nascosto dentro un guanto, mentre altre piccole dosi erano occultate negli slip. La perquisizione personale ha confermato i sospetti: per lui è scattato l’arresto con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. Dopo la convalida dell’arresto da parte del Tribunale di Ivrea, il giovane è stato posto agli arresti domiciliari.
Diversa la sorte dell’altro ragazzo fermato: non essendo stato trovato con quantità rilevanti di sostanza, è stato segnalato all’Autorità Competente come assuntore.
Arresto
Oltre all’aspetto penale, l’episodio di via Fantina apre una riflessione più ampia sul disagio giovanile. Il consumo di sostanze stupefacenti tra gli adolescenti e i giovani adulti è spesso la punta dell’iceberg di un malessere più profondo. Dietro la scelta di avvicinarsi alla droga si nascondono solitudine, noia, difficoltà familiari e scolastiche, ma anche il desiderio di appartenere a un gruppo, di sentirsi accettati.
Lo spaccio, poi, rappresenta per molti un’illusione di guadagno facile, un modo per sfuggire alla precarietà economica. Tuttavia, il prezzo da pagare è alto: oltre ai rischi legali, si aggiungono quelli per la salute fisica e mentale. Episodi come questo dimostrano quanto sia fondamentale non solo reprimere il fenomeno, ma anche intervenire alla radice, offrendo ai ragazzi alternative valide e un supporto adeguato.
La presenza delle forze dell’ordine è essenziale per garantire la sicurezza delle città, ma per combattere davvero il fenomeno serve un lavoro di prevenzione che coinvolga famiglie, scuole e istituzioni. Solo così si può sperare di offrire ai giovani una strada diversa, lontana dalle scorciatoie che promettono tanto ma portano solo a un vicolo cieco.
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