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Cronaca
09 Gennaio 2025 - 00:02
Tentato suicidio
Torino, mercoledì 8 gennaio, ore 12:32. L’aria è gelida sul ponte Umberto I, il fiume Po scorre lento sotto il cielo grigio. Una giovane donna è seduta sul parapetto, il corpo proteso verso il vuoto. Il suo sguardo, perso nel nulla, tradisce una sofferenza che solo chi si sente sopraffatto dalla vita può conoscere. I passanti camminano, qualcuno si ferma a osservare, ma nessuno sembra sapere cosa fare.
Tra loro, un uomo si blocca. Non è un passante qualunque: è un poliziotto, libero dal servizio. Sta passeggiando con la famiglia, ma in quel momento il tempo si ferma. L'agente capisce subito la gravità della situazione. Non c'è spazio per il dubbio, solo per l’azione.
Con un cenno silenzioso, si coordina con la compagna. Lei si avvicina alla ragazza, con la voce calma e rassicurante, tentando di instaurare un contatto, una breccia nel muro di disperazione. L'agente, intanto, si avvicina lentamente, ogni passo calcolato. Ogni movimento è delicato: basta un attimo per perdere tutto.
Poi, il momento decisivo. Con un gesto fulmineo ma pieno di attenzione, afferra la giovane per la vita. Lei si divincola, il suo dolore si trasforma in resistenza, ma l’uomo non molla. La stringe, con fermezza e delicatezza, e riesce a riportarla sul marciapiede. Intorno, i passanti trattengono il fiato. Qualcuno chiama i soccorsi, altri restano immobili, scossi da ciò che hanno appena visto.
L'agente tiene stretta la giovane, che ormai è al sicuro. Lei singhiozza, tremando, mentre l'uomo le parla sottovoce, cercando di calmarla. Gli occhi di tutti sono puntati su quella scena: un salvataggio che non ha nulla di spettacolare, ma tutto di umano.
Quando arrivano i sanitari, la ragazza viene affidata alle loro cure. È agitata, confusa, ma viva. La porteranno in ospedale, dove riceverà l’aiuto di cui ha bisogno. Il poliziotto, invece, si allontana in silenzio, il viso segnato dalla tensione ma sereno. Per lui non c’è bisogno di applausi: ha fatto ciò che sentiva giusto, ciò che avrebbe fatto chiunque avesse il coraggio di guardare oltre.
Un episodio, uno dei tanti. Non è solo la storia di una vita salvata. È un richiamo potente a non voltare lo sguardo, a essere presenti nel momento in cui qualcuno ha bisogno. Perché a volte, nel silenzio di un gesto, si nasconde il potere di riscrivere un destino.
Insomma, un uomo, un attimo, una scelta: ed è la vita a vincere.
LA VOCE DEL CANAVESE
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