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Cronaca

"Costretta a occupare per salvare i figli": la drammatica storia di Arianna a Torino

Arianna, malata e invalida, occupa una casa per i figli. La sua storia tra disperazione e speranza di regolarizzazione

Madre malata

"Costretta a occupare per salvare i figli": la drammatica storia di Arianna a Torino

Arianna, 46 anni, vive un dramma quotidiano nel quartiere Barriera di Milano a Torino. Malata di leucemia e invalida al 74%, si trova costretta a occupare abusivamente un alloggio popolare per garantire un tetto ai suoi due figli. La sua storia riflette le difficoltà di molte famiglie italiane, intrappolate tra la crisi abitativa e normative che spesso complicano ulteriormente situazioni di già estrema vulnerabilità.

Dopo una separazione difficile, Arianna si è trasferita con i figli nell’appartamento di 30 metri quadri della madre. "Vivevo nel terrore che cacciassero mia madre perché eravamo in troppi rispetto a quanto dichiarato sul contratto", racconta. Nonostante un contratto di lavoro a tempo indeterminato, le richieste economiche per un affitto regolare si sono rivelate insostenibili. Spinta dalla disperazione, ha occupato un alloggio popolare, consapevole dell’illegalità del suo gesto ma senza altre opzioni.

"So che ho sbagliato, ero disperata. Non so dove sbattere la testa", confessa Arianna, che si è anche autodenunciata nella speranza di poter regolarizzare la sua posizione. Tuttavia, l’occupazione abusiva la esclude dalle graduatorie per l’assegnazione di case popolari, un paradosso che la lascia in un limbo.

La storia drammatica di una mamma disperata

Il paradosso di una madre torinese

La vicenda ha attirato l’attenzione delle istituzioni. Emilio Bolla, presidente dell’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale (ATC), ha ribadito l’importanza di rispettare la legge per garantire equità alle famiglie in attesa: "Ci impegniamo a seguire la situazione con particolare attenzione".

Anche i rappresentanti della Circoscrizione 6, Valerio Lo Manto e Verangela Marino, hanno espresso solidarietà, pur condannando l’occupazione abusiva: "Non possiamo abbandonare chi è conscio di aver sbagliato e si è autodichiarato", hanno dichiarato, auspicando un intervento che offra sostegno senza violare le normative.

La storia di Arianna è più di una questione di legalità. È il racconto di una madre che, tra malattia e difficoltà economiche, lotta per garantire un futuro ai suoi figli. La sua vicenda è un appello alla dignità umana, un invito a riflettere su come istituzioni e comunità possano collaborare per affrontare l’emergenza abitativa. In un Paese dove migliaia di famiglie vivono in situazioni precarie, la storia di Arianna ci ricorda che il diritto a una casa non è solo un tema burocratico, ma una questione di giustizia e umanità.

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