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28 Dicembre 2024 - 15:05
Chiara Ferragni e il Caso Pandoro: Accordo con il Codacons e Risarcimenti ai Consumatori
Chiara Ferragni fa pace con il Codacons e arriva a un accordo sul caso del pandoro "Pink Christmas", che, assieme a quello sulle uova di Pasqua "Dolci Preziosi", l'ha fatta finire sotto inchiesta a Milano con l'accusa di truffa aggravata. L'influencer non solo risarcirà i consumatori che si erano rivolti all'associazione che l'ha poi querelata con 150 eurol'uno, ma donerà anche in beneficenza 200 mila euro a un ente che si dedica al supporto e alla tutela delle donne vittime di violenza.
I termini dell'intesa, resi noti oggi, che comportano una revoca della denuncia da parte del Codacons, parte offesa nell'indagine chiusa lo scorso ottobre, potrebbero avere un peso sulla decisione della Procura milanese che in questo periodo sta valutando se rinviare a giudizio con citazione diretta gli indagati o proporre una richiesta di archiviazione, mettendo così fine al caso che ha provocato più di qualche grattacapo all'imprenditrice e blogger, al suo ex collaboratore Fabio Damato, ad Alessandra Balocco, amministratore delegato dell'omonima azienda piemontese, e a Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID.
Come hanno fatto sapere i difensori di Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, in una nota congiunta con il Codacons e l'Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi – a cui verranno liquidate anche le spese legali – lo scopo è "porre fine a ogni reciproca contestazione e per favorire, più in generale, la distensione dei rispettivi rapporti". L'intenzione è, quindi, "da un lato di chiudere le pregresse vertenze e, dall'altro lato, di guardare positivamente al futuro, instaurando un clima di collaborazione e rispetto con l'obiettivo di favorire iniziative concrete e un dialogo costruttivo su temi sociali di comune interesse".
Tant'è che, oltre alla donazione di 200 mila euro, l'influencer, "da sempre particolarmente sensibile al tema", ha assicurato la sua partecipazione all'evento nazionale che segnerà la conclusione del progetto 'Oltre il Silenzio', realizzato dallo stesso Codacons per assistere e supportare le vittime di violenza di genere in Italia.
Nei prossimi giorni verranno contattati tutti coloro che si erano rivolti alle due associazioni dopo aver scoperto il presunto raggiro per via delle sanzioni dell'Antitrust legate alla vicenda del dolce di Natale.
Carlo Rienzi rivendica la buona riuscita dell'iniziativa condotta dall'organismo di cui è presidente e spiega che "grazie alla battaglia avviata dal Codacons, unica associazione ad essere intervenuta sul piano giudiziario per il caso del 'pandoro-gate', i consumatori coinvolti hanno finalmente ottenuto piena giustizia". "Un successo", aggiunge, "dimostrato dai numeri, che parlano da soli: gli acquirenti del pandoro che chiedevano un rimborso di 5,69 euro, pari alla differenza tra il prezzo del pandoro 'normale' Balocco (3,68 euro) e quello griffato Ferragni (9,37 euro), otterranno ora 150 euro ciascuno". Rienzi ribadisce pure che il risarcimento "andrà ai consumatori, dal momento che l'accordo con Ferragni non prevede alcun indennizzo all'associazione, ma solo il rimborso delle spese legali".
Con l'accordo, inoltre, "i consumatori avrebbero dovuto avviare una lunga trafila giudiziaria", per costituirsi parte civile in un eventuale processo sul quale ora la parola spetta al pm Cristian Barilli e al procuratore aggiunto Eugenio Fusco.
La mossa dell'imprenditrice cremonese potrebbe avere anche qualche riflesso sulle loro determinazioni, posto che a metà dicembre tutti i difensori, eccetto quello di Damato, hanno depositato memorie difensive.
I legali di Ferragni hanno cercato di convincere i pubblici ministeri che la loro assistita non ha commesso alcuna truffa, ha già chiuso sul fronte amministrativo ed ha effettuato versamenti, nel frattempo, all'ospedale Regina Margherita di Torinoe all'associazione "Bambini delle Fate". E ora, se non bastasse, ha fatto la pace pure con il Codacons e con i risparmiatori rimborsati e soddisfatti.
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Chiara Ferragni è sotto indagine dalla Procura di Milano per truffa aggravata e pubblicità ingannevole. Le accuse ruotano attorno alla promozione di prodotti come il pandoro e le uova di Pasqua "solidali", venduti a prezzi maggiorati con la promessa che parte dei ricavi sarebbe stata destinata a beneficenza. Tuttavia, è emerso che la donazione di 50.000 euro all’Ospedale Regina Margherita di Torino, al centro della campagna promozionale del "Pandoro Pink Christmas", era stata effettuata dalla Balocco, indipendentemente dalle vendite del dolce. Questo dettaglio ha alimentato le polemiche, portando all’apertura dell’inchiesta e alla denuncia da parte del Codacons e di altre associazioni.
L’influenza di questo accordo sulle decisioni della Procura resta da vedere. La querela presentata dal Codacons verrà ritirata, ma ciò non significa necessariamente la chiusura dell’indagine. La Procura potrebbe comunque decidere di procedere con un rinvio a giudizio. Questo nodo verrà sciolto nei prossimi mesi, ma è chiaro che l’intesa raggiunta rappresenta un tentativo di alleggerire la posizione dell’influencer e limitare i danni reputazionali.
Chiara Ferragni, considerata una delle figure più influenti al mondo nel campo della moda e del lifestyle, si trova ora a dover gestire un’importante sfida per riconquistare la fiducia del pubblico. Non è la prima volta che un personaggio pubblico si trova al centro di uno scandalo legato a iniziative benefiche, ma la portata del "Pandorogate" ha sollevato interrogativi profondi sulla trasparenza e sull’etica delle operazioni commerciali legate a cause sociali.
Questa vicenda mette in luce quanto sia delicato il confine tra marketing e beneficenza, soprattutto quando si tratta di sfruttare cause sociali per promuovere un prodotto. Se da un lato l’accordo raggiunto segna un passo importante per chiudere le polemiche, dall’altro rimane il dubbio su quanto queste vicende possano influire a lungo termine sulla credibilità dell’influencer. La Ferragni ha costruito il suo impero sul concetto di autenticità e vicinanza al pubblico, ma scandali come questo rischiano di minare le fondamenta di un’immagine apparentemente perfetta.
Il "Pandorogate" non si limita a essere una questione giudiziaria o commerciale, ma è diventato un caso emblematico che invita a riflettere sulla responsabilità sociale delle celebrità. L’accordo con il Codacons, per quanto significativo, potrebbe non essere sufficiente a cancellare le ombre di uno scandalo che ha fatto molto rumore. La vera sfida, per Chiara Ferragni, sarà dimostrare che dietro al marketing c’è un reale impegno per le cause sociali, e non soltanto un’abile strategia per riparare i danni.
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