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Cronaca
24 Dicembre 2024 - 10:01
Domenica scorsa, 22 dicembre, due diciassettenni sono stati vittime di una brutale aggressione ai Giardini Reali di Torino. I due giovani, seduti su una panchina e assorti nell’ascolto di musica con gli auricolari, sono stati improvvisamente circondati da un gruppo di ragazzi, descritti dalle vittime come una ventina di nordafricani.
L’attacco, avvenuto in pieno giorno in un luogo pubblico e abitualmente frequentato da famiglie e turisti, ha lasciato sgomenti. Pugni, calci e bastonate si sono abbattuti sui due ragazzi, che non hanno avuto possibilità di difendersi né di chiedere aiuto. Secondo il racconto delle vittime, l’obiettivo del branco era chiaro: impossessarsi delle cuffiette e del denaro che i giovani avevano con sé. La violenza, sproporzionata rispetto al misero bottino, ha trasformato un pomeriggio qualunque in un’esperienza da incubo.
I ragazzi, colti di sorpresa e sopraffatti dalla furia del gruppo, hanno vissuto momenti di puro terrore, temendo per la loro incolumità. «Sembravano impazziti, non si fermavano», avrebbero raccontato i due adolescenti agli inquirenti, ancora scossi per l’accaduto.
Quando i carabinieri sono giunti sul posto, il gruppo di aggressori si era già dileguato, lasciando dietro di sé solo paura e confusione. Nonostante il trauma, le vittime sono riuscite a fornire una descrizione dettagliata degli aggressori, che ha permesso alle forze dell’ordine di rintracciare uno dei membri del branco. Il presunto capo della baby gang, un minorenne di origine egiziana, è stato trovato seduto su una panchina poco distante, forse convinto di averla fatta franca. L’arresto del giovane è avvenuto sul posto, ma il resto del gruppo non è stato ancora individuato.
Questo episodio, consumatosi in un luogo simbolo della città, solleva nuovi interrogativi sulla sicurezza urbana e sulla crescente audacia delle baby gang. Sempre più spesso, gruppi di giovanissimi, uniti da una logica di branco, agiscono con una violenza disarmante, apparentemente privi di paura delle conseguenze. Le cronache recenti raccontano episodi simili, segno di un fenomeno che non può essere più ignorato.
«Non possiamo sentirci al sicuro nemmeno in pieno giorno in un parco pubblico», ha commentato un passante, testimone indiretto dell’accaduto.
Intanto, le indagini proseguono per individuare gli altri membri del branco e fare luce su una vicenda che ha lasciato Torino sotto shock.
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