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C'è il nulla osta della Procura: addio a Ennio Cappelletti, oggi il Canavese gli dà l'ultimo saluto

Autorizzati i funerali dell'uomo, deceduto una settimana fa all'età di 66 anni: era stata disposta l'autopsia per chiarire la dinamica del decesso

Locana

Una recente immagine di Ennio Cappelletti

I funerali di Ennio Cappelletti si terranno oggi, venerdì 25 ottobre alle 15.30, presso la chiesa parrocchiale di Locana. Il 66enne, ben noto nella zona, era stato ritrovato senza vita nella sua abitazione il 19 ottobre scorso. A seguito del decesso, la Procura di Ivrea ha deciso di disporre accertamenti, tra cui un'autopsia, al fine di chiarire le cause della morte. Tuttavia, è stato dato il via libera alla cerimonia funebre.

Cappelletti, ex camionista in pensione, era reduce da un intervento alla colonna vertebrale e si trovava in un percorso di riabilitazione presso una clinica specializzata. La sua scomparsa improvvisa ha lasciato sgomenti amici e familiari. Nonostante le condizioni di salute fossero monitorate, è stato un malore improvviso a portarlo via. Dopo aver consultato i familiari e il medico, la Procura ha deciso di effettuare ulteriori verifiche prima di autorizzare la sepoltura.

L'uomo lascia la moglie Giovanna Testa e una numerosa famiglia, composta dai figli Gregory, Lisa, Luca, Massimo, Erika, Paola e diversi nipoti, oltre alle sorelle Bruna e Renata. Cappelletti era molto conosciuto e apprezzato nel Canavese, non solo per il suo carattere aperto e solare, ma anche per la sua passione per il ballo, che lo portava spesso a frequentare locali e discoteche della zona, come il Play Back in Valle d'Aosta.

La comunità di Locana, insieme ai familiari e agli amici, si raccoglierà per l’ultimo saluto a una persona che ha lasciato un segno indelebile nei cuori di chi lo conosceva.

Chi era Ennio Cappelletti

La sua notorietà era dovuta nell’ultimo decennio all’avventura del Rifugio Santa Pulenta di Borgata Cambrelle, ma era iniziata molto tempo prima, come gestore di una discoteca assai frequentata nei primi Anni Ottanta. Il locale che aveva aperto, il “Play BacK”, era collocato all’uscita dell’abitato, lungo la strada per Rosone, ed era uno dei più in voga fra i giovani dell’Alto Canavese che il sabato sera volevano trascorrerlo lì, malgrado le difficoltà per raggiungerlo in assenza di mezzi pubblici: chi non aveva ancora l’età della patente spesso ricorreva all’autostop. La sala da ballo era situata nel piano interrato; a livello della strada era invece in funzione un apprezzato ristorante.

In seguito Cappelletti si era trasferito altrove, sempre impegnato nei medesimi settori: aveva gestito dei locali in Valle d’Aosta e per diverso tempo non si era più sentito parlare di lui. Poi una nuova svolta, con l’avvio nel 2014 di un’altra attività commerciale, molto diversa da quella di trent’anni prima ed in sintonia con l’affermarsi di un diverso modo di guardare al tempo libero da parte dei potenziali clienti: non più il rumore e la confusione ma il contatto con la natura in un contesto rasserenante. Insieme alla moglie Giorgia ed ai figli, si era impegnato nella sistemazione di quello che era un rifugio sui generis, poco rassomigliante ai modelli – alquanto spartani – tipici delle vallate piemontesi: l’edificio, che comprendeva il bar-ristorante ed un numero contenuto di posti-letto, era molto accogliente ed arredato con cura dei particolari. Il contesto era invidiabile: il “Santa Pulenta” è infatti situato in una borgata di Locana, quella di Cambrelle, abbandonata da decenni e raggiungibile solo a piedi o in fuoristrada (per gli autorizzati) attraverso una pista.

Uno degli ultimi Natali al rifugio Santa Pulenta di Locana

Non esistevano altri fabbricati abitati ed abitabili ma solo vecchie case semidiroccate costruite a fianco del sentiero che sale verso i laghi Boiret e di Pratofiorito. In assenza di escursionisti e di ospiti regnavano la tranquillità ed il silenzio. Così i clienti erano di diverso tipo: c’erano quelli che si recavano al “Santa Pulenta” per consumare un pasto di eccellente qualità ed incentrato sulle tradizioni culinarie locali e quelli che vi si fermavano a mangiare o a dormire nell’ambito di escursioni più impegnative. L’accoglienza era cordiale ed amichevole nei confronti di tutti e, nelle giornate di scarso affollamento, poteva capitare di entrare per un caffè durante una breve sosta e fermarsi invece a chiacchierare per mezz’ora. Giorgia, che aveva lavorato a lungo come architetto prima di cambiare vita, aveva provveduto personalmente alla progettazione e ne era orgogliosa: aveva anche scritto una fiaba ambientata a Cambrelle ed ispirata alla storia della borgata. Ennio si offriva di andare a prendere con il fuoristrada i clienti che avessero problemi nel camminare o che semplicemente non avessero voglia di farlo.

Vivere in un luogo fuori dal mondo non significava estraniarsi dalla vita sociale o dai problemi altrui. Giorgia si era candidata alle elezioni comunali del 2019 ed era stata eletta; entrambi si erano prodigati negli anni per la figlioccia di lei, una bimba con problemi gravissimi ai reni, organizzando in più occasioni delle raccolte-fondi.

Un destino triste ha accomunato i due coniugi: entrambi sono morti precocemente, a distanza di appena quattro anni l’uno dall’altra. Anche il futuro del “Santa Pulenta” è incerto: la scorsa estate il rifugio non ha aperto ed è stato messo in vendita.

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