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Cronaca
05 Aprile 2023 - 10:25
I soccorritori al rally
"Di quell'incidente non ricordo più nulla". Lo ha confessato ieri in tribunale a Ivrea Valeria Bellino Roci, la mamma del piccolo Aldo Ubaudi, il bambino travolto e ucciso da un'auto in gara durante la prova del rally Città di Torino il 27 maggio 2017 a Coassolo.
La madre ha provato a rispondere alle domande della pm Giulia Nicodemi che rappresenta l'accusa nel processo per la morte del piccolo e per cui sono imputate per omicidio colposo nove persone. Tra queste, il titolare della società organizzatrice del Rally, la «Team Eventi», il direttore di gara, gli equipaggi di due vettura tra cui quella apripista e altre figure.
Non è più a processo, invece, Giuseppe Rustichelli di Settimo Torinese (direttore di gara aggiunto) e che in un primo momento era stato rinviato a giudizio. Nei suoi confronti, nel corso dell'udienza preliminare a marzo, la gip Ombretta Vanini ha disposto il "non luogo a procedere".
L'auto che investì il piccolo Aldo Ubaudi
Mamma Valeria, ieri, ha invece ricordato gli attimi che hanno preceduto l'incidente: "Non era la prima volta che osservavamo il rally in quella curva. Io, mio marito e i nostri tre figli avevamo preso posto nel prato vicino ad una pianta. La zona era delimitata dal nastro bianco e rosso. Quella mattina erano già transitate alcune auto in gara".
Ha restituito il suo ricordo di quella disgrazia anche Giacomino Ubaudi, il papà del piccolo Aldo. Ieri in aula ha raccontato di aver visto quella vettura venirgli incontro e, dopo aver spinto via i figli, di essere caduto dopo l'urto con l'auto. I genitori del piccolo Aldo, che nell'incidente sono rimasti feriti, sono comparsi in tribunale come testi citati dell'accusa. I due non si sono costituiti parte civile perché sono stati già risarciti dall'assicurazione.
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