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Rivarolo Canavese
09 Febbraio 2023 - 12:35
Renzo Tarabella
Renzo Tarabella, pluriomicida 85enne autore della ormai nota strage di Rivarolo, andrà a processo e verrà giudicato in Corte d’assise. I lavori si apriranno il 20 giugno a Ivrea.
È stato infatti firmato stamattina in tribunale a Ivrea il rinvio a giudizio dal gup Antonio Borretta sulla scorta della perizia effettuata della dottoressa Patrizia De Rosa, in cui viene chiarito che "Tarabella è capace di stare in giudizio e, all’epoca dei fatti, era quantomeno capace di intendere e volere".
Renzo Tarabella
Per arrivare al rinvio a giudizio di questa mattina sono state necessarie tre udienze preliminari per decidere sulla capacità di Tarabella di sostenere un percorso processuale.
La strage per cui Tarabella finirà in tribunale risale al 10 aprile 2021 quando l'uomo aveva ucciso a colpi di pistola la moglie Maria Grazia Valovatto, il figlio disabile Wilson, e i coniugi Osvaldo e Liliana Dighera, loro vicini e proprietari di casa dell'appartamento dove la famiglia dell'uomo viveva.
L’uomo aveva tentato di uccidersi sparandosi al volto, e si era miracolosamente salvato. Tarabella si trova ora all’obbligo di dimora presso una struttura in Valchiusella. Ora la figlia dei coniugi Dighera, Francesca, si costituirà parte civile nel processo, difesa dall'avvocato Sergio Bersano. C'è grande soddisfazione da parte sua.
Francesca Dighera (a destra) assieme ai genitori
"Quella di oggi è stata un'udienza importante - racconta a La Voce proprio Francesca - e sono contenta che finalmente si inizi a parlare di un processo vero e proprio. Spero che la giustizia faccia finalmente il suo corso. Quello di stamattina è un momento che aspettavo da quasi due anni".
Tanta è anche l'emozione in questo momento: "Sì, ce n'è molta, per di più all'udienza di stamattina c'era anche Renzo Tarabella e non è perciò stato facile affrontarla. Ora il mio pensiero va ai passi successivi".
"Soddisfatti per aver dimostrato grazie anche alla consulenza del dottor Roberto Gianni che le motivazioni per l'assassinio dei signori Dighera trovavano ragione in sentimenti di rabbia e rivalsa e non in uno stato psicopatologico - ha affermato invece l'avvocato di parte civile Sergio Bersano al termine dell'udienza - . Qualunque sarà l'esito del processo in Corte d'Assise rimarrà l'amarezza per il mancato ritiro al Tarabella della pistola senza la quale non avrebbe compiuto la strage".
Francesca Dighera ha poi affidato ai social un pensiero sul processo: "Finalmente oggi, a quasi due anni di distanza, si è iniziato a parlare di processo: il processo si farà. La forza delle donne sta nel sopportare l'insopportabile. Sta nel condividere i minuti di attesa prima di un'udienza con sotto gli occhi l'assassino dei tuoi genitori, lí accanto a te (come se si stesse aspettando di entrare per una visita medica) perché nessuno ha avuto la sensibilità di pensare a te, a come ti potevi sentire in quel momento e a collocarlo per rispetto in un altro spazio. Anche questo lo si deve chiedere, per cortesia. Questo è vergognoso".
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