CIRIE'. Il nostro Pesce d'Aprile su un presunto Caravaggio a Ciriè ha fatto molto discutere in città ed in molti sono coloro che adesso credono che nella Quadreria di Palazzo D'Oria possa essere custodito un autentico dipinto di Michelangelo Merisi. Fantasticando sui motivi della visita a Ciriè di Vittorio Sgarbi avvenuta realmente poche settimane fa, abbiamo raccontato che l'illustre critico d'arte e politico sarebbe venuto in città per convalidare la scoperta e che i risultati delle sue ricerche legate al dipinto del Marchese Giandomenico D'Oria sarebbero stati presentati su Rai2 durante la puntata di Sì Viaggiare in onda venerdì 1 Aprile alle 13,30. Molti hanno sincronizzato il televisore dovendosi, invece, accontentare di un viaggio alla scoperta della città dalle Rosse Torri. La trasmissione, infatti, parlava sì di Canavese, ma era incentrata su Ivrea. Tra chi ha "abboccato" al nostro Pesce d'Aprile c'è anche il seguitissimo gruppo Facebook "L'Altra Ciriè". Uno degli amministratori, Alessandro Baccetti, oggi mercoledì 6 aprile, a distanza di quasi una settimana dallo scherzo, domandandosi cosa accadrà se si scoprirà che il quadro è davvero un Caravaggio, ha sferrato un attacco nel confronti dell'amministrazione comunale riaprendo una vecchia polemica legata ai cimeli dei fratelli Judica-Cordiglia.
Ecco il post de L'Altra Cirié
"Dai! Non ci posso credere! Un Caravaggio a Cirié? Un quadro di valore inestimabile a pochi metri da casa? E vai! Già mi ci vedo con il chiosco davanti a palazzo Doria a vendere souvenir e cappellini con impressa l’immagine del Marchese Giandomenico! Bar e ristoranti che come logo metteranno l’effige del Nobile nostro concittadino. Pullman che arriveranno da ogni dove per visitare la nostra pinacoteca. Giapponesi ovunque in giro per la città che scatteranno foto come se non ci fosse un domani. Cirié che diventa la città più ricca del Piemonte. Mi sembra un sogno! Ma poi mi ravvedo. E se fosse davvero un quadro così importante? Cosa farebbe la nostra giunta? Riuscirebbe a gestire un tale patrimonio? Andrebbe a recuperare risorse per alimentare la curiosità del pubblico? Torno indietro di pochi anni e penso a quando questa stessa giunta ha preferito mandare ad Alessandria tutta l’attrezzatura dei famosi fratelli Judica pur di non doversi “sbattere” a trovarne loro una sistemazione degna. Quindi cosa accadrà se si scoprirà che il quadro è davvero un Caravaggio? Semplice: lo si trasferirà in qualche altra città senza se e senza ma. E il mio chiosco andrà a farsi friggere". Insomma, la nostra burla ha riaperto una polemica che alcuni anni ha aveva fatto molto discutere in città. Il riferimento di Baccetti, infatti, è ai cimeli dei fratelli Achille e Gian Battista Judica-Cordiglia, due appassionati di telecomunicazioni che negli anni Sessanta captarono i segnali dei primi satelliti in orbita sia sovietici che americani, fra i quali lo Sputnik 1, lo Sputnik 2 (quello dove venne imbarcata la cagnetta Laika) e l'Explorer 1. L'antenna, le apparecchiature, gli archivi vari dei fratelli Judica-Cordiglia, dopo un lungo tergiversare passato dall'amministrazione Brizio a quella Devietti, sono finiti in un museo di Alessandria. “Il sogno di mio papà era di avere un angolino a Villa Remmert, amava tantissimo Ciriè. Ma evidentemente non è stato destino”, si era sfogato all'epoca sui social, Andrea Judica Cordiglia, figlio di Achille. E oggi, leggendo il post di Baccetti che ha tirato in ballo di cimili come esempi di cattiva amministrazione del patrimonio culturale cittadino, è di nuovo intervenuto specificando: "Fosse stata solo l'antenna.... Vabbè, acqua passata...". Tornando al presunto Caravaggio, invece Baccetti si domanda pure: "tra l’altro avranno messo dei sistemi di sicurezza? Se se lo fottono!".
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