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17 Gennaio 2020 - 11:19
Per facilitare la vita ai suoi utenti il Consorzio CISA (Consorzio Intercomunale di Servizi per l’Ambiente), comprendente 38 Comuni della provincia di Torino, ha adottato e messo a disposizione Junker, l’app (per Android o iPhone) che riconosce con un solo clic quello che si getta e dice come fare secondo la normativa del territorio.
Come funziona? Scansionando il codice a barre del prodotto o dell’imballaggio, Junker lo riconosce grazie ad un database interno di oltre 1 milione e mezzo di prodotti e ne indica – in 10 lingue - la scomposizione nelle materie prime e i bidoni a cui sono destinati. Basti fare l’esempio delle buste di carta del pane con finestra di plastica, oppure delle confezioni di caffè, delle bottiglie in bioplastiche o dei piatti compostabili e via discorrendo. E che fare con il Tetrapak che in alcune Regioni si smaltisce insieme alla carta e in altre con la plastica?
Una base dati ‘in crescita’ che viene aggiornata quotidianamente anche grazie al contributo degli utenti. Se il prodotto scansionato non viene riconosciuto, l’utente può trasmetterne alla app la foto e ricevere la risposta in tempo reale, mentre il prodotto viene aggiunto a quelli già classificati. Uno strumento collaborativo che trasforma il Comune in una smart city dell’economia circolare.
Junker è a disposizione di tutti gratuitamente, e dà anche la possibilità all’amministrazione di comunicare direttamente ai cittadini molte altre informazioni: ubicazione dei punti di raccolta, percorsi, calendari del porta a porta, indicazioni per i rifiuti speciali, segnalazione degrado, messaggi di cambio calendario o raccolte speciali.
L’app ha già riscosso grande successo, diffondendosi rapidamente in oltre 700 Comuni solo in Italia. Inoltre la community di Junker, presente sui vari social, è ampia e in continua crescita. Sulla pagina Facebook ogni giorno vengono pubblicati consigli, notizie e tutorial utili per differenziare correttamente, tutti verificati da Junker e pronti da condividere.
«Viaggiando spesso per lavoro, mi trovavo ogni volta a dover imparare le regole locali - spiega l’ideatore Giacomo Farneti -. Mi sono chiesto se la tecnologia oggi non ci potesse dare un modo più veloce e preciso di sapere come differenziare i prodotti. A quel punto ho avuto l’intuizione di partire dal codice a barre per riconoscere univocamente i prodotti che usiamo e associarli ai materiali di cui sono costituiti. Ne è nato un servizio semplice da usare realizzato usando lo smartphone. Con i miei soci siamo molto orgogliosi di vedere crescere il consenso degli utenti così rapidamente in tutta Italia e di poter offrire alle amministrazioni uno strumento finalmente efficace per permettere i propri cittadini di differenziare senza dubbi o errori».
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