Cerca

CIRIE'. “Così sono sopravvissuto all’infarto”

"Nella vita bisogna avere fortuna e io mi reputo una persona fortunata. Mi è andata bene. Come dicono qui, “l’infarto ti salva la vita”. Ho capito che nella vita alcune scelte bisogna ponderarle meglio, essere meno impulsivo e non eccedere di foga, perché questo porta ad avere ripercussioni sulla salute”.

Ore 20.30, venerdì 23 marzo. Ospedale di Ciriè, reparto Cardiologia. L’imprenditore di 51 anni Riccardo Savant, presidente del Ciriè calcio nonché ex presidente del consiglio comunale della città dei D’Oria, siede sul letto. Accanto a lui, sul comodino, sono accatastati giornali locali, nazionali e libri. C’è anche un’agenda del Toro, la sua passione, che gli avrà regalato qualche amico per tirargli su il morale. Entra l’infermiera e gli misura la pressione, l’ossigenazione, i battiti. “Tutto perfetto, adesso” dice. E lui, ridendo: “Sono un ragazzo, posso fare la maratona di Boston? Domani posso giocare a cacio?”. Aveva tenuto lo stesso atteggiamento pochi giorni prima, appena arrivato in ospedale, quando gli avevano chiesto se fosse allergico a qualcosa. “Certo, alla Juve”.

È il solito Savant che, a tratti con ironia a tratti con il giusto coinvolgimento emotivo, ci racconta gli ultimi giorni d’inferno. L’ha vista davvero brutta. Nella mattinata di sabato mattina ha sentito un dolore alla spalla sinistra, ma non si è preoccupato. È andato in ufficio. Venti minuti dopo era in pronto soccorso dolorante, un’ora dopo era in sala operatoria per l’angioplastica. Un’altra angioplastica mercoledì. Un brutto infarto.. “Ringrazio medici e infermieri del reparto di Cardiologia, un’eccellenza del nostro ospedale - commenta -. Ora sono come nuovo, anzi mi sento meglio. Dopo due o tre settimane di calma potrò riprendere il mio stile di vita, peraltro già sano, con una pratica sportiva intensa e un’alimentazione moderata con di tutto un po’. Dovrò cercare di evitare troppe tensioni emotive, anche se sarà difficile”. Già, il temperamento impulsivo del presidente del Ciriè Calcio lo conosciamo tutti. Così come la sua spiritosaggine, che  messa insieme alla passione per il Toro lo contraddistingue da sempre. Pensare che, quando la Redazione de La Voce l’ha contatto per sincerarsi del suo stato di salute, Savant ha chiuso la chiamata scherzando così: “Se muoio, scrivete che sono diventato juventino prima di morire. Così ci sarà un gobbo in meno”. Tra una battuta e l’altra, però, c’è la serietà di una situazione che l’ha messo davvero alla prova.

Dovrò seguire una terapia farmacologica per tutta la vita - prosegue -. Ma non importa, ormai ho una certa età, va bene così”. L’infarto è arrivato come una manna del cielo. “Malgrado una vita sana, senza la giusta prevenzione non ti accorgi di nulla - precisa -. Proprio pochi giorni prima dell’infarto ho fatto visite cardiologiche, il cuore era a posto. Il problema erano le coronarie, ma non ho mai fatto le visite adatte. Lunedì avrei dovuto fare la prova sotto sforzo, ma sappiamo come è andata. Purtroppo nella mia famiglia abbiamo avuto diversi casi di infarto, è toccato anche a me. Adesso vedremo di mettere a posto le coronarie”.

Ogni giorno passato in ospedale, ammette Savant, è stata una processione di gente alla sua porta. “Sono venuti a trovarmi in tantissimi - sorride -. Ho ricevuto numerosi messaggi, chiamate e auguri, anche dai bambini e dai dirigenti del Ciriè Calcio. Ringrazio tutti per questi attestati di stima e affetto, mi hanno fatto emozionare”. In ospedale nei giorni scorsi la carovana degli amici di sempre, tra i tanti il sindaco Loredana Devietti, l’ex consigliere regionale Alberto Goffi, il consigliere comunale Luca Capasso.

Un pensiero sulla politica se lo lascia scappare…. “A pensarci adesso, forse avrei fatto meglio a fare altro - dice con amarezza -. Tanti amici sono venuti a trovarmi, ma i rapporti sinceri sono quelli creati con il calcio, nel lavoro, in gioventù. In politica invece le amicizie sono effimere, non durano, se non sono coltivate anche al di fuori come avviene ad esempio con Alberto, Luca e Loredana. Solo dopo vent’anni di politica mi rendo conto che quel mondo è finto e inutile, specialmente oggi. La politica sana non esiste più e non esisterà finché lo sport nazionale sarà denigrarsi l’uno con l’altro invece di aiutarsi. Stiamo andando ai 300 chilometri all’ora contro un muro, io preferisco occuparmi dei 300 bambini del Ciriè Calcio”. 

Messa da parte la politica, c’è però tanto altro. “Mi è passata la vita davanti - si fa serio -. Ti rendi conto che ciò che davvero conta sono i rapporti umani, le piccole cose che ti scaldano il cuore e ti permettono di non sovraccaricarlo. Forse tante volte la politica questo organo non lo nutre, ma lo inaridisce”.

Savant tira le somme. “Quando hai il minimo dolore, non aspettare e vai subito al pronto soccorso perché il tempo è fondamentale - conclude -. Se ho avuto paura? Sì, di non poter vedere crescere mio figlio che ha 10 anni. Ma la paura, se sei in pace con te stesso, la controlli”.

Nella giornata di sabato, dopo una settimana, Savant è uscito finalmente dall’ospedale e ha potuto riabbracciare i suoi cari. A breve tornerà sui campi, con la stessa passione di sempre.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori