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CHIVASSO. VASAS: è bancarotta? Indaga la Procura di Ivrea

CHIVASSO. VASAS: è bancarotta? Indaga la Procura di Ivrea

La Vasas di Chivasso (foto d'archivio)

La “Vasas spa” di Chivasso al centro di un’inchiesta della Guardia di finanza. Il pubblico ministero Giuseppe Drammis della Procura di Ivrea ha indagato cinque persone con le accuse di “bancarotta fraudolenta” ed “emissione di fatture per operazioni inesistenti”. I fatti contestati sono relativi agli anni 2013 e 2014. Tutti gli indagati ricoprivano ruoli di responsabilità nella società che aveva in gestione la concessionaria di auto di corso Galileo Ferraris. Aveva, perché oggi la concessionaria è chiusa e il Tribunale ha inoltrato la pratica di fallimento. Gli indagati sono l’ex amministratore delegato Alessandro Paviotti, 51 anni, residente a Novara; l’amministratore delegato in carica dal settembre 2013 Aldo Costi, 47 anni, di Retorbido, nel pavese; Claudio Cabella, 56 anni, di Alessandria; Franco Emanuel, 49 anni, di Torino; Annamaria Verzella, 44 anni, di frazione Casabianca di Verolengo. Secondo gli inquirenti avrebbero distratto almeno tre milioni di euro, incassando tutto quello che potevano, non pagando i fornitori e lasciando a casa i dipendenti, che sarebbero rimasti senza alcuni stipendi e senza il trattamento di fine rapporto. Le indagini sono partite circa un anno fa quando ad insospettire i finanzieri erano state alcune operazioni societarie ritenute “poco chiare” ed il rapido declino della concessionaria, che in breve tempo aveva svuotato il suo salone espositivo. I controlli incrociati degli investigatori del nucleo di polizia tributaria di Torino - in totale sono stati impegnati 120 finanziari in forza a 16 reparti diversi - hanno fatto emergere un “modus operandi” consolidato, che secondo gli inquirenti sarebbe stato messo in atto per mandare gambe all’aria la concessionaria. In buona sostanza, secondo gli inquirenti, i vertici della Vasas avrebbero ceduto, a prezzi stracciati, un milione di euro di quote societarie. Inoltre, il ricavato della vendita delle autovetture non sarebbe stato incassato dalla società ma dagli artefici della bancarotta attraverso aziende compiacenti o riconducibili comunque a loro. Questo mentre i creditori attendevano di essere pagati e mentre alcuni clienti hanno visto sparire anche il denaro che avevano versato come caparra per l'acquisto di una macchina. “L’inchiesta non è ancora conclusa perchè devono essere analizzati documenti contabili e parte del materiale informatico sequestrato”, ha specificato il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando. Sinora sono state perquisite ventuno aziende e dodici abitazioni tra Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Puglia. I finanzieri hanno anche sequestrato 195 auto in possesso di alcune società che sarebbero state create ad hoc per il piano di “spoliazione” della Vasas.
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