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16 Giugno 2020 - 16:52
Chi ha vestito la maglia dell’URS La Chivasso nelle ultime stagioni ha vissuto in prima persona il declino del sodalizio biancorosso. E dire che solo 3 anni fa all’Ettore Pastore si festeggiava la vittoria del campionato di Prima Categoria. Probabilmente l’ultimo acuto di una storia centenaria. Mauro Corso ha lasciato La Chivasso al termine della passata stagione: era tornato a gennaio per dare una mano a una squadra in difficoltà e con i suoi gol spettacolari per poco non ci è riuscito. “Mi piange il cuore a vedere La Chivasso in questa situazione. Non riesco a pensare a un calcio senza le maglie biancorosse in campo. Ho passato dei momenti indimenticabili all’Ettore Pastore e aver indossato quella divisa mi ha regalato grandi emozioni e mi ha riempito di orgoglio. A mio parere la situazione è stata gestita malissimo e adesso è dura riuscire a rimettere a posto le cose. Spero che qualcuno possa rilevare la società e salvarla dal fallimento. Il mio sogno è quello di poter tornare un giorno a Chivasso e vestire la fascia di capitano”.
Fabrizio Antonacci con la maglia biancorossa addosso ha vissuto in prima persona le ultime due gioie chivassesi, la vittorie dei due campionati di Prima Categoria, quello del 2013/2014 e quello del 206/2017. “Una gestione della società poco oculata ha portato a questa situazione. Dispiace tantissimo perché due anni fa non sarei mai andato via da Chivasso: avrei voluto chiudere qui la mia carriera di calciatore e continuare ad allenare nel settore giovanile. Non è stato possibile e adesso mi rattrista vedere 100 anni di storia che rischiano di finire nel dimenticatoio. Provo rabbia e tristezza, ma spero con tutto il cuore che Chivasso torni grande come merita. Sono convinto che con le persone giuste possa risollevarsi che ha già fatto in passato nella sua storia gloriosa”. Anche Raffaele Poleo, assieme a Corso uno dei giocatori più talentuosi che negli ultimi anni hanno calcato il manto verde di viale Matteotti, è amareggiato. “Sono veramente dispiaciuto perché il Chivasso è un po’ la mia seconda casa. Sono cresciuto qui sia come uomo che come calciatore grazie a un gruppo che lavorava come se fossimo una famiglia. Spero che qualcuno possa intervenire per cercare di tenere in piedi questa società: se così non fosse allora forse è meglio che si prenda tempo per far rinascere l’URS in maniera seria come è giusto che meriti. L’ambiente che si era creato con l’approdo di Michele Gricone, Alessandro Giraulo e i validi dirigenti che li avevano affiancati era un qualcosa di unico che ci ha portato a cogliere grandi soddisfazioni”.
In casa e in trasferta. Con il sole e con il freddo gelido. Con la pioggia e con il vento. Gianni Capra, in compagnia del suo immancabile “compagno di battaglie” Saverio Trono non hanno fatto mai mancare il suo apporto all’URS La Chivasso. “Sono molto preoccupato. C’è tanta confusione attorno alla società e questo mi addolora. Spero che il Comune intervenga, perché per noi cittadini di Chivasso la squadra di calcio ci regala un importante momento di aggregazione. E’ dal 1974 che seguo i biancorossi e credo che, sportivamente parlando, sarebbe un “dramma” perderli. Per noi tifosi, ma soprattutto per i tanti ragazzi che nel week end ci regalano emozioni in campo. E’ una situazione delicata: quel che è certo è che io non smetterò mai di tifare per questi colori”.
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