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07 Novembre 2018 - 17:50
Marco Poma all’edizione 2018 di “Paratissima”
Sabato 3 novembre, all’interno della kermesse dedicata all’arte contemporanea emergente, il progetto artistico “Fragile” - una raccolta di stampe calcografiche il cui punto cardine si identifica nelle crepe, realizzate in acquaforte tramite la tecnica della craquelè - è stato considerato dalla direzione artistica di Paratissima come la migliore esposizione tra quelle presenti nella sezione I.C.S. (Independent Curated Spaces). Grazie a questo riconoscimento, l’artista avrà la possibilità di esporre gratuitamente una personale alla prossima edizione di Paratissima Torino. “Fragile” è un progetto che fa riflettere sulla fragilità della società contemporanea, circondata da strutture che non sono totalmente sicure e rendono di conseguenza l’animo instabile. “Strutture delimitano gli spazi e dirigono i percorsi, plasmano le persone e definiscono l’approccio alla realtà, rendendoci un loro riflesso. In ogni struttura solida esiste però un punto critico, una fragilità che nasconde tutte le contraddizioni dell’elemento stesso”, queste le parole con cui l’artista Marco Poma e il curatore Simone Caggiano raccontano il concept del progetto.
Un’armonia di contrasti tra luci e ombre su figure sintetiche e minimali grazie all’acquaforte e all’acquatinta. Un’interesse specifico dell’artista è proprio quello di valorizzare le tecniche dell’incisione calcografica indiretta - che richiede una morsura, ovvero un processo di corrosione del segno su una lastra di zinco grazie ad un acido -. È infatti emerso che all’interno della fiera la stanza 48, in cui è stato allestito il progetto “Fragile”, è stata l’unica interamente dedicata a stampe ottenute da incisioni calcografiche.
Tra le opere esposte da Marco Poma, quella che ha suscitato maggiore interesse nei confronti del pubblico è stata la serie “Agglomerato”: un’opera composta da 10 stampe calcografiche realizzate in acquatinta e acquaforte con la tecnica della craquelè, un processo che parte da un’opera bianca e si sviluppa grazie ad una lavorazione della stessa lastra per 10 volte, fino ad arrivare ad un nero completo, formato da un numero di crepe sempre più fitto. Concettualmente l’opera rappresenta un sistema urbano contemporaneo che nasce e si sviluppa progressivamente senza controllo, fino all’eccesso, arrivando ad una situazione di soffocamento.
Marco Poma, classe 1992, residente a Chivasso e studente al 5°anno del corso di grafica artistica all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, ha potuto sviluppare un approfondito studio delle tecniche calcografiche durante un anno accademico all’Università Politecnica di Valencia dove ha realizzato le 20 opere che sono state esposte in questi giorni a Torino.
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