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09 Novembre 2017 - 10:13
“E’ arrivata anche l’ora di dire basta...”. Non usa mezzi giri di parole, come abbiamo imparato a conoscerlo in questi mesi di permanenza a Chivasso, il commissario cittadino del Pd Antonello Ghisaura.
Il “renziano” Massimo Corcione o il “penteneriano” Pasquale Potenza? Chi sarà il prossimo segretario del Pd chivassese, l’unico a non aver ancora eletto il proprio coordinatore a congresso chiuso due settimane fa ormai?
“Quale possa essere la conclusione della partita non lo so - taglia corto Ghisaura -, certo è che è ora di trovare un accordo. So che ci sono state una proposta, rifiutata. E una controproposta, rifiutata anche quella. Adesso però basta: ho ricevuto diverse telefonate, dai sostenitori dell’una e dell’altra parte, che si sono stancati di questi personalismi. Per il bene del partito, si deve arrivare ad una definizione rapida. Non si può andare oltre questa settimana”.
Ghisaura detta l’aut aut a Corcione e Potenza. O adesso, o mai più. Ma la stretta di mano tra i due competitor per la segreteria dei democratici pare ancora lontana, se è vero com’è vero che un confronto vis a vis non c’è ancora stato. “L’ho invitato a prendere un caffè, attendo conferma...”, glissa Corcione. La verità è che da tutta questa vicenda il Pd chivassese sta uscendo con le ossa rotte.
Dopo aver vinto le elezioni per due soli voti, non sufficienti però per ottenere la maggioranza nel direttivo del circolo (20 consiglieri a 20, ndr), Massimo Corcione ha passato un’altra settimana con il cerino in mano. E sono due.
Il dialogo telefonico con Pasquale Potenza non ha portato alcunché. Potenza rivendica la segreteria almeno quanto l’ex vice sindaco di Ciuffreda.
Ed è proprio qui che è fallito ogni tentativo di intesa. Tutte le carte giocate sul tavolo sono per ora saltate per aria. A cominciare dall’ipotesi di affidare la vice segreteria a Potenza: respinta dal candidato “penteneriano”. Come l’ipotesi “staffetta”: due anni di “segreteria Corcione” e due anni di “segreteria Potenza”. Rifiutata dal “renziano” ex vice sindaco. Fino all’offerta di riconoscere, agli sconfitti, oltre all’incarico di vice segretario, anche la tesoreria. Due di picche incassato ancora una volta da Corcione. Una delle soluzioni potrebbe essere quella che in principio pareva una disperata arrampicata sugli specchi di Potenza e compagnia. Ossia estendere la scelta del nuovo segretario non solo ai quaranta componenti del direttivo, ma anche ai sindaci e ai capigruppo del Pd del territorio. Insomma, si vorrebbe far dire la loro sulla faccenda anche ad Andrea Gavazza di Cavagnolo, Matilde Casa di Lauriano, Silvio Bertotto di Castagneto Po, Agostino Viano di Verolengo, Claudio Castello e Cristina Peroglio di Chivasso. Una soluzione “ardita”. E forse neanche così auspicata, oggi, da entrambi i candidati alla segreteria...
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