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03 Dicembre 2013 - 10:29
Tribunale (foto archivio)
Vendeva erba a Castellamonte. Con quest'accusa è finito alla sbarra, presso il Tribunale di Ivrea, il giovane Marco Cornetto difeso dall'Avvocato Celere Spaziante. Deve rispondere del reato di spaccio di stupefacenti con l'aggravante di aver fornito l'hashish ad un minore, Marcello Basso. A metterlo nei guai era stata la denuncia sporta dalla madre del ragazzino, costituitasi parte civile con l'avvocato Manuel Peretti. La donna, residente a Rueglio, non voleva che il figlio finisse in un brutto giro così quando il nonno, durante una tranquilla giornata in piscina nel 2009, gli aveva "sgamato" del "fumo" nel pacchetto di sigarette, si era recata subito dai Carabinieri. Martedì scorso, di fronte al collegio presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto, è stato interrogato proprio il ragazzino oggi maggiorenne, Marcello Basso. Il processo si basa principalmente sulla sua parola contro quella del Cornetto. Basso ha ammesso di aver detto qualche "balla" ai Carabinieri di Vico Canavese e ha rilasciato alcuni dichiarazioni in contraddizione rispetto al racconto reso invece dalla mamma e dal nonno. "Sapevo che lo chiamavano Curne – ha riferito Basso parlando dello spacciatore – e che lavorava alla pizzeria di Torre". L'avvocato Spaziante ha martellato il ragazzo di domande per capire quali fossero all'epoca i rapporti tra i ragazzi tirando in ballo altri nomi di coetanei che a Castellamonte pareva facessero uso di hashish e ha parlato di presunte spedizioni punitive organizzate dai genitori nei loro confronti. "Il numero di Curne mi era stato dato da mio fratello" ha riferito soltanto Basso. Il fratello, per cui il giudice ha disposto l'accompagnamento coatto, sarà sentito alla prossima udienza del 6 maggio. Sarà interrogato anche un teste della difesa per procedere quindi alla discussione e alla sentenza.
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