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25 Febbraio 2016 - 10:40
Sono spariti nel nulla, evaporati tra le tante bugie che ancora circondano un delitto atroce come quello della 49enne Gloria Rosboch. Non c'è traccia dei 187 mila euro che l'insegnante di Castellamonte, nel Torinese, ha consegnato a Gabriele Defilippi, 22 anni, l'ex allievo rivelatosi un "maledetto criminale" - come lo definisce il padre della vittima - che prima le ha promesso una vita insieme in Costa Azzurra poi l'ha uccisa con la complicità dell'amante, Roberto Obert, 54 anni, e la madre, Caterina Abbattista, 45 anni. Nel giorno dei funerali della professoressa di francese, salutata da una folla commossa, i carabinieri hanno aperto la cassetta di sicurezza indicata da Defilippi come il nascondiglio del denaro. All'interno nessun tesoro, soltanto buoni fruttiferi e gioielli della famiglia Obert privi di collegamento con l'indagine.
Un mistero, quello dei soldi, sul quale continuano ad indagare i carabinieri del Comando provinciale di Torino, coordinati dal procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando. Sono loro "che con tenacia hanno assicurato alla giustizia i responsabili di questo terribile omicidio", ha sottolineato l'arciprete di Castellamonte, don Angelo Bianchi, nell'omelia dei funerali. E che dovranno far luce tra le verità, spesso contrapposte tra loro, sostenute dagli arrestati.
Per ricostruire nei dettagli quel tragico 13 gennaio, quando la vittima si allontanò da casa per recarsi ad una riunione a scuola che non c'è mai stata ed è finita nelle mani dei suoi assassini, i carabinieri del nucleo investigativo hanno ripercorso oggi la strada che separa Castellamonte dall'ex discarica in cui la donna è stata gettata dopo essere stata strangolata. Con loro anche il procuratore Ferrando.
Un sopralluogo a caccia di indizi per capire fino in fondo cosa abbia scatenato la "violenza inaudita" contro la povera Gloria. Don Angelo parla così dell'omicidio nella sua lunga omelia, davanti ai genitori anziani della vittima, Ettore e Marisa, che piangono la figlia che non c'è più. Non riesce a trattenere il dolore, e le lacrime, il papà, mentre la sofferenza impietrisce la madre.
"Una vita non può essere stroncata perché un altro essere umano si è arrogato il diritto inesistente di togliergli la vita. Solo un criminale, un pericoloso folle, può compiere un tale gesto. Un folle che deve essere fermato, perché le sue mani omicide non possano distruggere altre vite", è l'accorato appello del parroco. Che punta il dito contro "la caduta vertiginosa dei valori più alti", ma poi invita Ettore e Marisa a perdonare. "Non perché loro meritano il perdono - dice - ma perché voi meritate la pace...".
Davanti al loculo in cui Gloria viene tumulata, però, il padre crolla: "Grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato. Tutti tranne quel criminale, quel maledetto che ti ha messa qua...", dice tra le lacrime, sorreggendosi sulle stampelle. Il suo è uno sfogo amaro. "Sono quaranta giorni che ingoio e ingoio", aggiunge quasi a giustificarsi, prima che sulla tomba della figlia scenda per sempre il silenzio.
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