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01 Febbraio 2017 - 17:45
BATTAGLIA DELLE ARANCE
Quel lancio di un cubetto di porfido contro il carro «Il Boia del Tiranno» in piazza Ottinetti che sfondò la maschera di un arancere ferendolo al volto?
Quella vicenda capitata due anni fa e che coinvolse un ragazzo di 14 anni degli Arduino?
Udite, udite, sarebbe stata tutta una montatura.
Lo ha sentenziato il gip del Tribunale dei minori di Torino, Alessandra Aragno, con tanto di archiviazione del fascicolo perchè il fatto non sussiste.
Tutto comincia con la denuncia dell’arancere postata su facebook. In men che non si dica la notizia fa il giro del web, finendo anche sui giornali e sulle tv di mezza Italia.. Seguì l’inchiesta per lesioni e gli interrogatori di tutti gli interessati compreso l’imputato difeso dall’avvocato Marco Stabile.
“Le foto erano chiare – racconta Stabile – il ragazzo indossava dei guanti grigi da lavoro e qualcuno ha fatto confusione, pensando tenesse in mano una pietra”.
Eppure è vero che la maschera era danneggiata quasi al centro e all’altezza dei capelli. Ed era vera pure la ferita sopra l’arcata sopraccigliare.
“Dicono che quel ragazzo avesse fatto un testa a testa con un altro, ma sono solo ipotesi. L’importante, per noi, è stato ristabilire la verità”, aggiunge un alone di mistero l’avvocato.
Tante, troppe le incongruenze dei testimoni nelle versioni fornite agli inquirenti. Talmente tante che il dubbio sul reale obiettivo della denuncia era già venuto a galla tutto.
A nessuno sfugge infatti che gli Arduini quell’anno stavano festeggianto il cinquantennale e avrebbero forse anche potuto portare a casa la vittoria. E invece? E invece arrivarono ultii.
“Questa storia - disse a suo tempo e non si è mai stancato di ripetere Giancarlo Maffeo, uno dei leader degli Arduino - ha rovinato un ragazzino che non c’entra nulla e ha gettato fango sulla squadra”.
Chissà se esiste una giustizia anche per questo? Fosse così,quest’anno dovrebbero vincere gli Arduino.
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