Presentato il progetto “Attorno al Mombarone - Sentieri della fede e del cibo buono tra Valle Elvo e Canavese lungo la linea Insurbica”. Finanziato dalla Compagnia di San Paolo e cofinanziato dai Comuni coinvolti nonché dal GAL (Gruppo di Azione Locale delle Valli Canavesane, punta a valorizzare le tipicità locali: quei prodotti dell’agricoltura come castagne, vino ed olio, e dell’allevamento, latte, formaggi e burro, da sempre fonti primarie dell’economia e dell’alimentazione locali, che hanno mantenuto, anche nel recente passato, un loro mercato non solo locale, e che, adesso si pongono in una fase di riscoperta dei prodotti biologici e a chilometro zero. Punta, anche, a restaurare alcuni importanti edifici religiosi e civili. Nel giro di due settimane gli incontri hanno fatto tappa a Carema, Andrate e Nomaglio, ovvero nei tre comuni dell’eporediese, insieme a Settimo Vittone, che hanno aderito, insieme a due del biellese, Graglia e Netro. Il progetto prevede opere di recupero di importanti strutture: la Chiesa di San Carlo a Graglia; il Sentiero dei Salmi a Nomaglio, paese che del resto diede i natali all’artista medievale Pietro Peller, autore dei piloni votivi, alvuni già restaurati, che si trovano lungo il percorso; la Pieve di San Lorenzo e il Battistero di San Giovanni Battista a Settimo Vittone, protagonisti di alcuni recenti scavi che hanno permesso la scoperta del “fonte battesimale” nonché inseriti nel circuito di visite del Fai (Fondo Ambiente Italiano); e poi la casaforte Gran Masun a Carema. In questa cornice di interventi che richiederanno un noteevole sforzo economico, mirati sulle strutture, si inseriscono anche interventi a sostegno della produzione e valorizzazione dei cibi tradizionali, cercando un collegamento, funque, con privati, aziende, associazioni e cantine presenti sul teritorio.. In particolare per il sindaco di Carema Giovanni Aldighieri , che ha ospitato presso la Chiesa di San Matteo la prima serata di presentazione, si tratterebbe di mettere il cappello ad un intervento che è nel cassetto da anni e che purtroppo è rimasto tale in quanto sono sfumati i contributi ottenuti dall’Unione Europea, attraverso la Comunità Montana, con la partecipazione a un bando nel 2007. I tagli hanno costretto a ripiegare sulla Regione Piemonte che, però, ha stanziato solo un quinto di quanto servirebbe. Per il momento il comune è riuscito a rifare il tetto, i solai e gli intonaci, ma molto resta da fare per poter convertire a fini turistici quella vecchia baita nella zona alta del paese, un pezzo di storia risalente al 1400. Non basta. Durante le serate sono intervenuti l’achitetto Giuliano Canavese dell’Ecomuseo Ami e l’archeologo Mauro Cortellazzo. A coordinare il progetto Giulio Roffino, ex sindaco di Andrate che, nonostante l’uscita di scena all’ultima tornata elettorale del suo paese, non ha voluto allontanarsi ancora troppo dalla “cosa pubblica”
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