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02 Maggio 2017 - 16:20
Il giorno prima di morire Raffaello Bucci "era apparso molto agitato" e "sentiva il bisogno di parlare" con un commissario della Digos di Torino che conosceva da tempo, però non prese contatto con lui. E' quanto risulta da un'informativa interna della stessa Digos. Il documento è dell'8 luglio 2016, ventiquattro ore dopo il decesso dell'ultras della Juventus.
Alle ore 19 del 6 luglio, come si ricava dalla lettura dell'informativa, un avvocato dello studio legale torinese che segue la Juventus andò a far visita in Questura al commissario della Digos, spiegandogli che Bucci "era sembrato molto agitato e preoccupato". "Nella mattinata - prosegue la nota - Bucci era stato sentito in interrogatorio come persona informata sui fatti dal magistrato titolare dell'indagine per associazione a delinquere di stampo mafioso (Alto Piemonte - ndr) e, una volta fuori da Palazzo di Giustizia, era apparso a chi lo stava aspettando molto agitato.
Lo stesso diceva che sentiva il bisogno di parlare con me".
L'avvocato disse al commissario che era "molto preoccupato perché non avevano mai visto Bucci in quello stato". Il commissario spiegò che l'ultrà "non si era presentato da me in giornata né tanto meno mi aveva contattato. Assicuravo però che, laddove si fosse fatto sentire, lo avrei tranquillizzato" e avrebbe contattato il legale.
L'estensore dell'informativa precisa che conosceva Bucci "solo per motivi professionali" perché era stato assunto dalla Juventus come collaboratore Slo (Supporter liaison officer) "e in tale veste si è più volte rapportato con me e i miei collaboratori della 'Squadra tifoserie' per concorrere nelle complesse attività di gestione delle dinamiche dei gruppi ultrà".
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