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29 Giugno 2014 - 16:44
tribunale
Si sarebbe intascato i pagamenti dei clienti anzichè darli all'azienda presso cui lavorava. E' questa l'accusa che grava su Francesco Patti, classe 1959 e residente a Strambino, finito imputato, presso il Tribunale di Ivrea, con l'accusa di appropriazione indebita per fatti risalenti al marzo del 2010. Fu la ditta, l' "Alimentare Canavesana srl" con sede a Busano, a sporgere denuncia, contestando la mancata consegna di circa 9mila euro, somme che dovevano derivare dai clienti.
Giovedì mattina, di fronte al giudice Ombretta Vanini, è stato sentito uno di loro, Piero Ceresa di Bollengo. L'uomo ha raccontato di essere caduto dal pero. "Ho saputo della situazione – ha riferito il teste al giudice Ombretta Vanini – soltanto quando la ditta mi ha chiamato, dicendomi che ero insolvente verso di loro. Allora ho mostrato le fatture con la quietanza". Ceresa non ha saputo fornire altri dati all'accusa. Ha invece sottolineato il rapporto di fiducia che si era instaurato, da cinque, sei anni. "Mai avuto problemi – ha aggiunto Ceresa -. Lui veniva, prendeva l'ordine ed io pagavo la fattura precedente. Erano comunque piccoli ordine, sul valore di 200, 300 euro. Si era instaurato un rapporto di fiducia perchè sapeva che non cercavo il prezzo ma la qualità". Sarebbe rimasto soltanto un insoluto, legato alla fattura di dicembre, che Ceresa non aveva pagato nel caos del rapporto tra lavoratore e azienda.
L'avvocato difensore, Leo Davoli, ha posto l'attenzione proprio sulle difficoltà che si erano verificate in quel periodo con l'Alimentare Canavesana, producendo alcuni documenti, relativi agli ordini, chiari e firmati, per attestare la buona fede del Patti. La srl, attraverso il legale rappresentante Arturo Corridoni, si è costituita parte civile con l'Avvocato Daniela Dematteis. Il processo è stato rinviato al 20 ottobre per la discussione.
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