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BORGARO TORINESE. Inventa il sequestro del figlio, padre ha agito per paura

BORGARO TORINESE. Inventa il sequestro del figlio, padre ha agito per paura

Si è inventato il rapimento del figlio perché lo aveva perso tra la folla e, anche se lo aveva ritrovato poco dopo, temeva che gli venisse tolta la patria potestà. Per questo motivo Alex Giarrizzo, operaio di 33 anni residente a Borgaro Torinese, deve ora rispondere di quattro reati. Oltre alla simulazione di reato e al procurato allarme, anche l'abbandono di minore e la calunnia: aveva riconosciuto un rom nelle foto segnaletiche.

I carabinieri hanno ricostruito nel corso di una conferenza stampa le fasi principali delle indagini che hanno consentito di smascherare il finto rapimento e le bugie del padre. Fondamentale la comparazione del racconto di quest'ultimo con le immagini delle telecamere di video-sorveglianza della zona.

I filmati mostravano il bambino, da solo, alle 17.17 e, dopo solo 5 minuti, in braccio alla mamma. Un lasso di tempo troppo breve per immaginare un tentativo di sequestro con tanto di colluttazione tra Giarrizzo e il fantomatico rapitore.

In caserma l'indagato aveva anche riconosciuto, tra le foto segnaletiche, e pure con "precisione del 90%", un uomo, risultato però essere in carcere per altri reati. Messo alle strette dai militari del capitano Roberto Capriolo, comandante della Compagnia di Venaria Reale, il padre alla fine è crollato.

"Ho ritrovato mio figlio, da solo, davanti a una panetteria - ha ammesso - e ho avuto paura: dopo il ritrovamento una signora mi ha detto che mi avrebbero tolto il piccolo perché si trattava di abbandono di minore...".

"L'aspetto che più mi ha colpito in questa vicenda è come la persona che avrebbe tentato di rapire il bambino, un omone slavo con la pancia, non esista, ma nel racconto di testimoni sembra quasi che questo fantasma si sia materializzato". Lo ha detto il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, che ha coordinato l'inchiesta sul falso sequestro del bambino di tre anni, domenica pomeriggio a Borgaro Torinese, insieme al suo sostituto Giuseppe Drammis.

Ferrando ha espresso "compiacimento per l'operato di carabinieri e polizia municipale, che in 24 ore hanno capito la dinamica di un fatto che ha creato enorme allarme. L'unica cosa che ci preme è la verità. Giarrizzo - ha concluso - ha detto che non pensava che si scatenasse tutto questo pandemonio mediatico e si è sentito un po' protagonista".

"C'è stato davvero il forte rischio che sull'onda dell'isteria collettiva potessero svilupparsi degenerazioni violente come successo alla Continassa due anni fa. Invece gli abitanti di Borgaro hanno saputo tenere i nervi saldi". Il sindaco di Borgaro Torinese, Claudio Gambino, interviene così sul finto sequestro del bimbo di tre anni scoperto da carabinieri e polizia municipale, che hanno indagato il padre.

"E' evidente che la convivenza con il campo rom sul nostro Comune non è semplice - aggiunge il primo cittadino, ringraziando gli abitanti di Borgaro per il loro comportamento - ci sono delle criticità alle quali stiamo lavorando come per esempio l'accordo con Torino per avere degli agenti sulla linea 69. Un ruolo fondamentale nella rapida soluzione del caso lo ha giocato l'ottima collaborazione che c'è stata tra i Carabinieri e La Polizia Locale e determinanti sono state le telecamere del Comune messe a disposizione degli inquirenti, che hanno consentito di accertare rapidamente come si erano realmente svolti i fatti. Borgaro era e resta per fortuna una cittadina tranquilla in cui i genitori e i nonni possono passeggiare senza rischi con i propri bambini".

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