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15 Febbraio 2019 - 10:08
Proseguono incessantemente le attività volte a prevenire il fenomeno degli incendi di rifiuti attraverso la ricerca ed il sequestro di capannoni adibiti a discarica abusiva nel territorio, esercitate tramite lo sforzo congiunto dei Carabinieri del NOE di Torino e le varie componenti dell’Arma territoriale.
Grazie ad una segnalazione pervenuta dalla Compagnia Carabinieri di Venaria Reale è stato individuato, in Borgaro Torinese, un capannone in uso ad un’azienda operante nel campo della trattamento dei rifiuti completamente saturo di rifiuti speciali.
Decisiva è stata, nella circostanza, la tempestività dell’azione dei militari della Stazione CC di Caselle Torinese che, dopo aver raccolto alcune segnalazioni di privati cittadini insospettiti dal continuo viavai di autotreni nella pressi del capannone, interessavano immediatamente i Carabinieri del NOE di Torino affinchè venissero effettuati mirati controlli nell’area interessata dal particolare fenomeno. Si decideva di controllare il capannone industriale, al cui interno erano stoccate illecitamente circa 1000 tonnellate di rifiuti, in prevalenza di natura plastica, ammassati fino a lambire il soffitto della struttura stessa. Le modalità dello stoccaggio, saturazione completa degli spazi, difficoltà ad accedere all’interno, impianto elettrico a contatto con i rifiuti e ostruzione e carenza dei presidi antincendio, allarmavano i militari che procedevano al sequestro dell’area di circa 1300 metriquadrati. All’attività partecipava anche personale Dipartimento Ambiente della Città Metropolitana.
Il ritrovamento di questo capannone, come di altri nel Nord Italia, rientra in una strategia preventiva e repressiva elaborata dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale che vede coinvolti in prima linea i Nuclei Operativi Ecologici, ed è la manifestazione di un fenomeno in cui imprenditori senza scrupoli ricorrono a modalità di smaltimento dei rifiuti plastici attraverso canali illeciti o solo apparentemente regolari sia per tagliare i costi di tale attività massimizzandone i profitti, sia per far fronte alle mutate condizioni internazionali nel commercio dei rifiuti che vede un mercato sostanzialmente saturo.
Sono già in corso mirate indagini per individuare responsabilità in capo ai titolari dell’azienda e la provenienza oltre che la caratterizzazione dei rifiuti rinvenuti.
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