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BORGARO. Protesta contro i Rom. L'attacco di Latella

BORGARO. Protesta contro i Rom. L'attacco di Latella

“Oreste è stato assassinato”. “Oreste vittima dei rom e delle Istituzioni”. Sono solamente alcuni degli striscioni che martedì sera sono stati esposti durante la manifestazione di protesta in strada dell’Aeroporto organizzato dalla famiglia di Oreste Giagnotto, il 58enne che il 12 maggio scorso è stato travolto e ucciso dal camper guidato da una zingara che all’improvviso ha cambiato direzione di marcia. Circa duecento i cittadini che hanno deciso di stringersi attorno alla moglie Graziella, ai figli Gemma e Tony e alla sorella Giovanna, con questi ultimi assieme ad altri famigliari - che hanno indossato una t-shirt bianca con sopra la fotografia di Oreste e la scritta “non lasceremo che ti dimentichino”. 

Il corteo ha percorso strada dell’Aeroporto ed è arrivato sventolando il tricolore all’altezza del campo nomadi al grido di “Oreste, Oreste, giustizia, giustizia”. 

Gli agenti hanno impedito ai manifestanti di raggiungere l’insediamento, dove gli zingari, proprio mentre il corteo si avvicinava, hanno appiccato un grosso incendio. All’arrivo dei pompieri, qualcuno ha cercato di ostacolarne il passaggio, si sono vissuti alcuni attimi di tensione, la polizia ha fatto in modo che i vigili del fuoco raggiungessero l’accampamento dove a respingerli sono stati i rom. Poi il mistero, con gli zingari che chiedono aiuto. “Una bimba è caduta in acqua, è annegata”. 

Ma la piccola viene trovata poco dopo vicino alla Stura. Forse non è mai finita in acqua. 

“Siamo qui perché siamo stufi - spiega Gemma Giagnotto - Mio padre è stato ucciso, non è morto in uno dei tanti incidenti stradali. È giusto che questo concetto emerga una volta per tutte. Ed è la stessa cosa che avrei voluto dire alla sindaca di Torino, Chiara Appendino, che invece di riceverci si è sottratta al dialogo ». Per Gemma Giagnotto è ora di «dare avvio a delle azioni mirate in questa zona. Negli anni ci sono stati due omicidi stradali, quello di mio padre e quello di una bambina molto piccola. I cittadini di Torino e di Borgaro da tempo chiedono più sicurezza e maggiori controlli, ma la situazione non muta di una virgola. Non potrò mai più togliermi dalla testa quella maledetta scena di mio padre a terra, privo di vita. Ho perso una parte di me e posso dire grazie ad una sola persona. Per questo vorrei venisse fatta giustizia, ovviamente nelle aule di tribunale. Anche se la condanna che subirà questa donna sarà irrisoria rispetto alla perdita di mio padre e a come stiamo noi da quel maledetto 12 maggio. Ogni giorno che io, mia mamma e mio fratello ci alziamo, abbiamo la morte nel cuore”.

Con loro anche gli attivisti di Forza Nuova e di Torino ai Torinesi, oltre ai consiglieri di opposizione di Borgaro del “Gruppo Latella”. 

“Massima solidarietà alla famiglia Giagnotto - commentano Marco Latella, Cristiana Sciandra e Alessandro Ferricchio - Questo il motivo della nostra presenza. Assordante il silenzio della maggioranza che, con la propria assenza, ha perso nuovamente l'occasione per dimostrare vicinanza alla famiglia e sensibilità al tema. Oggi più che mai si è certificato il fallimento delle politiche di Torino e Borgaro sui campi rom. Incapacità e mancanza di volontà di affrontare la questione, ben mascherati dietro un'ipocrita dichiarazione di integrazione. Che lo vadano a spiegare a chi ha perso un familiare. Ma tanto nulla si muoverà sino a che qualche "potente" non verrà toccato”

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