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CALCIO. ECCELLENZA. Borgaro, un altro harakiri

CALCIO. ECCELLENZA. Borgaro, un altro harakiri

Fortuna che novembre volge al termine, perché a Borgaro non vedono l’ora di cancellare al più presto dalla mente questo mese, rivelatosi nefasto per le sorti dei gialloblu in campionato. Apertosi con la sconfitta (immeritata) nello scontro diretto con la Juve Domo, il novembre del Borgaro è proseguito con tre pareggi consecutivi che hanno fatto scivolare gli uomini di Licio Russo a 12 punti dalla vetta della classifica. Tre pareggi beffardi che rappresentano altrettante mancate vittorie date già per certe, dato che in tutti e tre gli incontri il Borgaro era sempre avanti tanto sul piano del gioco quanto su quello del risultato. L’ultima beffa, in ordine cronologico, è quella subita al “Righi” contro l’Alpignano in un match che il Borgaro stava dominando; in vantaggio di due reti alla mezz’ora del primo tempo, siglate da Diop e Pagliero, i gialloblu si fanno riprendere nella ripresa causa autorete di Cristino e al gol di Cirillo.

“Abbiamo vissuto un novembre da mese dei morti - ammette con la solita sincerità e ironia Licio Russo - eppure morti non lo siamo affatto, perché in tutte le recenti uscite ci siamo fatti apprezzare per il gioco, la voglia di vincere e lo spirito di squadra”. Qualità e caratteristiche che, evidentemente, non sono bastate al Borgaro per invertire un trend di risultati che va giudicato in maniera negativa. “Siamo in crisi di risultati e non di gioco. Purtroppo ogni volta ci è mancato qualcosa per strappare i tre punti - prosegue l’allenatore gialloblu -; spesso per delle nostre leggerezze e altre volte per un pizzico di sfortuna, come nelle ultime due gare, decise entrambe da reti incassate su autogol”. Russo torna poi sul 2-2 contro l’Alpignano: “Abbiamo disputato un gran primo tempo nel quale potevamo persino incrementare il risultato. La sfortunata autorete di Cristino ha poi rimesso in piedi l’Alpignano che, sino a quel momento, non ci aveva mai impensierito. Il gol del pareggio è da censura, perché non è possibile che un avversario possa partire da centrocampo e arrivare al tiro senza essere fermato. Ci mancano almeno 6 o 7 punti in classifica”.

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