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18 Marzo 2023 - 18:08
Hai mai incontrato 'Procuste'? Una persona subdola, falsa ed ingannatrice (arriva persino a fingersi amichevole): non avendo particolari requisiti, cerca quindi di annientarti.
Vi è mai capitato di imbattervi, sul posto di lavoro, in una persona che sistematicamente tende a sminuire il vostro lavoro, a causa della sua insicurezza o perché non ha le competenze necessarie per farlo? Semplicemente, queste persone non accettano che qualcuno si esponga più di loro, che sia più preparato di loro, di conseguenza cercano di gettare ombra su coloro che possono in un certo qual senso ‘superarle’ (se devo essere sincera, la maggior parte di questi soggetti è anche tristemente ignorante ma, ovviamente, lo ignora).
Vi confido che a me è successo.
Prima o poi queste persone si scavano la fossa da sole (nel mio caso si è trattato di una donna) ma – nel frattempo – se non potete evitarle, l’unico modo di contrastarle è quello di continuare a studiare, documentarvi, formarvi e diventar ancor più bravi sotto il profilo professionale, accettando eventuali rischi, mettendo così in pratica e in risalto le vostre abilità professionali.
Come vi dicevo, la mia esperienza negativa l’ho avuta tempo addietro a causa di una donna che lavora per una società in cui ero consulente: di norma, quando sei una libera professionista e una società ti contatta, se accetti di lavorare per quel committente – personalmente lo faccio sempre con estremo piacere ed entusiasmo – allora devi essere in grado di garantirgli un’alta qualità dei servizi, portando così un valore aggiunto.
Ad ogni modo, se uno non ha mai attraversato questo ‘inferno di fango’ – con alle spalle uno spreco di energie che si sarebbero potute investire in maniera senz’altro più proficua, invece di usarle per difendersi da questi continui attacchi deficitari - è difficile cercare di immaginare lo squallore di queste persone, infide e – per la maggior parte – estremamente stupide.
Ebbene sì, in Italia (sinceramente all'estero non mi è ancora capitato), in alcune aziende / ditte / società serpeggiano anche codeste persone che, invece di apprezzare il valore dei consulenti, tendono biecamente a sminuirlo: un’anomalia di sorta, un vero controsenso, tenendo conto del fatto che i liberi professionisti vengono pagati anche per compensare/agevolare il lavoro altrui…
Purtroppo, come stavo spiegando – e anche per fortuna – l’unica arma di noi free lancer, che a volte veniamo vessati e – in alcuni casi - persino ricattati da quella pletora di ‘soggetti’ di cui stiamo trattando, è quella di tendere costantemente al miglioramento professionale: essere intoccabili sul fronte lavorativo e, possibilmente, anche su quello umano.
Attenzione: mai mettersi al loro livello; piuttosto allontanatevi, cercate un altro ingaggio! Noi ‘fornitori esterni di servizi’ – così veniamo definiti - non siamo minimamente tutelati (a volte mi domando come reagirebbero le risorse umane se solo sapessero cosa combina certa gente all’interno delle loro società...).
Andando ad indagare, ho scoperto che questo fenomeno ha un nome: la “Sindrome di Procuste” e si può riscontrare in ogni ambito, sia lavorativo sia personale.
“Procuste, nella mitologia greca, era un uomo di statura e forza straordinaria, che viveva sulle colline dell’Attica, dove offriva la sua locanda ai viaggiatori solitari. Quando il viaggiatore dormiva, Procuste lo imbavagliava e lo legava ai quattro angoli di un letto di ferro. Se il corpo della vittima era molto grande, amputava le parti che sporgevano dal letto, sia che si trattasse dei piedi o la testa. Al contrario, se la vittima era piccola, la massacrava a colpi di martello per allungarne il corpo. Si dice anche che nessuno rientrasse mai nelle dimensioni del letto perché Procuste aveva due letti, uno esageratamente lungo e l’altro troppo corto.”.
Attualmente questo mito si riferisce alle persone che cercano di sbarazzarsi o denigrare tutti quelli che considerano migliori di loro. Se da una parte c’è chi va a ‘caccia di teste’, dall’altra, invece, ‘Procuste’ pensa a tagliargliele, pur lavorando all’interno dello stesso team. Queste persone ricorrono spesso al boicottaggio, all’umiliazione psicologica, al ricatto o all’inganno per fare in modo che gli altri non diventino una minaccia.
In pratica, invece di sforzarsi di migliorare e sviluppare ulteriormente le proprie capacità, decidono di limitare le capacità degli altri. Assumono un atteggiamento prepotente e fanno delle battute plateali molto sconvenienti, che caratterizzano la loro pochezza, ma lo fanno, molto probabilmente, per nascondere la loro insicurezza e il loro sentimento d’inferiorità. La paura di perdere la propria posizione è ciò che li spinge a far inciampare gli altri.
Ma la paura e l’insicurezza di solito si manifestano come arroganza perché queste persone desiderano mascherare le loro mancanze. Inoltre, sono subdole, estremamente false ed ingannatrici (arrivano persino a fingersi amichevoli): non avendo particolari specializzazioni questo modus operandi è diventato il loro mestiere. Tendono a deformare la realtà a loro vantaggio in modo tale che si adatti alle loro idee. In pratica, invece di accettare i dati oggettivi, li manipolano a piacimento – arrivano persino ad indagare sulla tua vita privata - per farli corrispondere alla loro immagine della realtà.
Lo so, è intollerabile ma, purtroppo, esistono anche loro; per queste persone, le uniche idee valide sono le loro, tutte le altre non trovano posto, quindi di solito è molto difficile relazionarsi con loro. Inoltre, a volte, può capitare che dopo essersi scavate la fossa queste riemergano in superficie – in Italia le si definisce ‘paraculate’ - e così queste ‘entità’ ritornano a romperti le scatole.
A un consulente può quindi capitare che, dopo aver dato anima e corpo ad un progetto, ecco il/la pusillanime che spunta dal nulla e ritorna all’attacco, pur non essendo quella la sua area di competenza...
Personalmente, in primis, blocco la pseudo ‘entità’ sui miei profili social e – in caso di troppe ingerenze – allora cerco di tener duro fino a completamento dell’incarico, relazionandomi solo con le persone facenti parte del personale interno che, a differenza dei vari ‘Procuste’, sono invece bravi ed eccellenti professionisti.
Tornando ai ‘Procuste’, queste persone sono estremamente disgreganti e controproducenti per qualsiasi tipo di attività. Non è facile lavorare con qualcuno che si comporta come loro, che ti costringe a vivere perennemente in guardia, in attesa del prossimo attacco e della nuova umiliazione...
Il problema è che quando accetti l’incarico non sai della loro esistenza; inoltre, come professionista, nel tuo DNA vi è quell’indelebile risolutezza che ti spinge a portare a termine ciò che hai iniziato, sempre, anche in presenza di ‘Procuste’.
Ecco quali sono le reazioni che un consulente – in questi casi estremi – potrebbe avere quando si ritrova ostacolato / calpestato: o si rassegna all’umiliazione e – se continua a lavorare per quel committente – a poco a poco corre il rischio di diventare più piccolo, oscurando tutta la luce che vi è in lui; o va accumulando risentimento e odio.
Ricordate: nessuna delle due situazioni è positiva!
Se vedete che qualcuno vicino a voi si comporta come il personaggio mitologico, la cosa più conveniente è boicottare la sua strategia senza perdere la calma: voi siete senz’altro più preparati ed intelligenti di lui/lei. Il modo migliore per farlo è ricorrere a fatti incontestabili della realtà, ma senza cadere in inutili confronti. Terminate il vostro compito con successo e poi cancellatelo definitivamente dalla vostra vita. Vi è una parte di umanità ostile ahimè a noi liberi professionisti, senza curarsi del fatto che, pur versando una quantità ingente di tasse, non siamo minimamente tutelati. E poi qui in Italia vi è – oserei dire – l’alquanto stupida ‘credenza’ che se nasci free lancer allora (professionalmente parlando) come tale devi morire. Ma come si fa a ragionare così?
La maggior parte di noi sarebbe molto felice di avere un lavoro ‘stabile’ o – perlomeno – tutelato! Uno di quelli in cui, ad esempio, se un giorno ti ammali allora puoi metterti in mutua e non sei costretto/a a lavorare con la febbre a 39… o subito dopo un intervento chirurgico o una parto (9 mesi o più senza percepire denaro...) altrimenti non guadagni e non puoi mangiare, pagare le tasse, le bollette, l’affitto e tante altre cose…
Senza contare che molti non hanno ancora compreso che le tariffe di noi professionisti, ignari dei week-end, a volte – non sto scherzando – a stento ci permettono di sopravvivere, data la mole di denaro che dobbiamo sborsare allo Stato il quale, per contro – che sia di destra o di sinistra, non fa differenza – non è in grado di garantirci alcuna tutela.
Voglio qui concludere con un elogio e un grido di incoraggiamento a tutti i colleghi e le colleghe che - come me -cercano sempre di dare il meglio, nonostante tutto!
Infine, qualora qualcuno di voi - che magari mi conosce personalmente - se lo stesse chiedendo, dopo tutto quello che ho passato nella vita oramai posso confessarlo: non temo più neanche il diavolo; figuratevi un semplice ‘Procuste’. L'unico inconveniente è che - qualora vi capitasse di incontrarlo - allora dovrete mettere in conto la possibilità di perdere parte del vostro prezioso tempo. Certo: prezioso! E' risaputo, dopotutto, che per noi liberi professionisti “il tempo è denaro”.
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