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CHIVASSO. Quell'assordante silenzio di una poltrona vuota

CHIVASSO. Quell'assordante silenzio di una poltrona vuota

Clara Marta e Claudia Buo. In mezzo, una sedia vuota (quella per Castello)

CHIVASSO.  Lo scorso venerdì 3 giugno, il sindaco uscente Claudio Castello, candidato del centrosinistra, ha perso l’occasione di un confronto politico non preconfezionato (organizzato dal giornale La Voce) con le avversarie Clara Marta, candidata del centrodestra e Claudia Buo di LiberaMente. La reale motivazione della sua assenza? A noi non è dato sapere. L’unica cosa certa è che le due candidate hanno senz’altro contribuito a darci un’immagine migliore e lungimirante di come potrebbe essere Chivasso in futuro, rispetto a come si presenta ora. Certo, quella poltrona vuota non è passata inosservata. Sarebbe stata senz’altro una bella occasione per i cittadini, soprattutto quelli indecisi, poter ascoltare e confrontare sul piano di un dibatto democratico le idee e la visione della città (la diretta è andata anche in onda su FB) di tutti i candidati a sindaco. La domanda sorge spontanea: se un candidato ‘manca’ di confrontarsi con gli avversari, allora, qualora venisse eletto (o rieletto), come potrebbe rappresentare al meglio gli interessi dei chivassesi, inclusi quelli di coloro che, in un certo senso, sono rimasti delusi – per usare un ossimoro - dalla sua assordante assenza? Chivasso ha bisogno di riemergere ed entrare in quella contemporaneità che – attualmente – la sua amministrazione, pur essendo sicuramente animata da buone intenzioni, sembrerebbe essersi limitata timidamente a ridefinire solo a parole. Chivasso oggi, come molte altre città italiane, è una città ripiegata su sé stessa, offuscata nell’impasse di una crisi logorante, dove spesso i cittadini vengono in qualche modo annullati dai silenzi inoperosi dell’amministrazione, rotti solamente in questi giorni dalle urla della campagna elettorale. I chivassesi meritano di ricevere servizi adeguati e dignitosi e lo possono fare solo dando fiducia e votando colei o colui che sarà in grado di non temere i confronti, un primo cittadino che non sia in affanno ma che abbia dimostrato di poter rimettere in moto, nel rispetto delle regole, la macchina burocratica per prendersi costantemente cura del bene comune.
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