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15 Aprile 2022 - 17:33
L'inceneritore termovalorizzatore di Oberhausen in Germania dedicato alla produzione di energia elettrica e dotato di teleriscaldamento
Tre lustri e cinque (mie) fidanzate fa il bell’Aldone cantò: putei, bonifichiamo l’ex stabilimento Ceat decadente, pieno di cacca e coperto di amianto, e facciamo un termovalorizzatore brucia-rifiuti: alleggeriamo le discariche, togliamo i veleni da bordo città e portiamo a casa due soldi. Apppriiiitti cielo! In un nanosecondo nacquero i comitati Anti-incenerirtore, NellinceneritorebruciamoCorgiat e Linceneritoreficcateloneldidietro, di quest’ultimo forse confondo il nome. Gli ambientalisti de noantri riempirono le piazze e al bell’Aldone, scornato, non restò che dare il contrordine compagni.
Tiriamo giù i dati dell’Agenzia per l’Ambiente: il termovalorizzatore del Gerbido (quello costruito in luogo del nostro, zona Orbassano, bordo tangenziale), brucia truc e branca 500 tonnellate di rifiuti al giorno. Per chi trova lungo in matematica, 500mila chili. Ogni giorno! Che se non ci fosse l’inceneritore dovremmo metterci da qualche altra parte. Produce meno diossina delle auto in transito al Borgo Nuovo, non fa un grammo di amianto (anche perché l’amianto non brucia), dà lavoro a 300 persone di cui sessanta ingegneri e produce utili per quattro milioni di Euri l’anno, che per 15 fa 60. Grazie al sacro fuoco della nostra monnezza, inoltre, quell’inceneritore scalda l’acqua che a sua volta scalda dodicimila appartamenti, 50mila cristiani che se ne battono i tubi di quanto costa il gas del codardo Putìn e sono al caldo più di noi, col metano che ci da una mano ma arriva da Est (se arriva), inquina e paghiamo il triplo di sei mesi fa.
Era il 2007, russi e ucraini già si guardavano storto e chiudevano ora gli uni ora gli altri i rubinetti del gas. Era il progresso allora, è il progresso oggi, bellezza, e se un diavolo qualsiasi scorreggia tocca stare al gelo come il Bambino nella mangiatoia: fatto salvo il 20% di rinnovabili, uno dei modi per scaldarci e fare luce (compresa quella che, se non va a pedali, sta alimentando il telefonino da cui mi leggete) è bruciare qualcosa, anche la montagna di spazzatura che produciamo. La politica dello struzzo non paga, diceva il bell’Aldone 15 anni fa, la notte fa freddo, di solito anche buio, le tecnologie per fare energia coi rifiuti son lì. Anziché pagare salato il metano a uno che tira bombe al fosforo sui bambini, non era meglio il termovalorizzatore?
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