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12 Aprile 2022 - 11:33
Vi ricordate l’arcobaleno con il sottotitolo: andrà tutto bene? Ecco, non se ne parla più perché dopo due anni siamo ancora a raccogliere le macerie di una psicopandemia gestita un po’ random, come direbbero gli inglesi, con una scienza a priori che farebbe rivoltare nella tomba i grandi scienziati del passato. La scienza del ‘’sicuramente funziona’’ e del ‘’non abbiamo altra scelta’’ ha portato disastri vari in ogni campo da quello medico, che doveva essere il fine primo e unico, a quello economico e a quello culturale che resta fanalino di coda nella tecnocrazia italiana.
La nostra sanità è allo sbando tra sanitari sospesi e autosospesi. Ormai se vuoi fare un banale esame ti tocca viaggiare verso ospedali in paesi limitrofi (a me è stata proposta Susa!) o aspetti mesi o paghi il privato, che miracolosamente è sempre disponibile con lo stesso medico che con la ASL stranamente non c’è. Quindi scegli: o paghi o ‘’ciao ciao!’’.
E mentre la nostra economia affonda tra imprese fallite per lockdown, sospensioni e greenpass vari, la scuola viene demolita. So di cosa parlo e posso affermare che la stanno smantellando. Il danno che ha recato chiudere la scuola per lunghi periodi e poi a intermittenza con il salvagente bucato della DAD, fino a quest’ultimo anno scolastico in cui si sono avvicendati studenti a casa perché positivi o perché parenti o amici di positivi, o perché sani ma non vaccinati o perché in attesa di tampone, è inestimabile.
Ecco che nelle classi prime delle superiori arrivano allievi che non conoscono né le basi della grammatica italiana né quelle della matematica. Non parliamo dell’inglese... Sono studenti confusi, privi di metodo di studio, spesso con comportamenti infantili, perennemente distratti dal cellulare. Posso serenamente affermare che è rimasto indenne da questo disastro circa un 2%, e a noi docenti tocca lavorare duro per ricostruire dove il solito ministero dell’istruzione bombarda ormai da anni, ma l’attacco che è stato posto in essere a partire dal 2020 è stato di certo il più devastante.
E’ c’è un altro aspetto per me molto preoccupante: l’aver lasciato per mesi i ragazzi a casa da soli con lo smartphone li ha resi dipendenti da una realtà di mezzo che noi non conosciamo ma che si impadronisce dei loro pensieri, dei loro gusti, dei loro atteggiamenti.
Ma non è solo colpa del disastroso Ministero dell’Istruzione. Giorni fa ho visto una signora e il suo bambino di circa due di anni seduto nel passeggino, che fissava le immagini nel tablet ben sistemato sulla maniglia di fronte a lui, come una piccola tv. La mamma, intanto, spingeva il passeggino e fissava il suo cellulare. Ecco questa è, per me, forse l’immagine simbolo di quest’ era digitale, in cui stiamo catapultando bambini e ragazzi come dei soldati in mutande, in una realtà che non esiste, ma che è diventata o diventerà, per alcuni di loro, l’unica vera e credibile.
Per un approfondimento del tema, vi rimando al mio blog: https://emiliacapasso.wordpress.com/
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