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La bandiera sul tetto!

La bandiera sul tetto!
La bandiera sul tetto! Esiste ancora oggi la bella tradizione della frasca, che omaggiando un vecchia usanza, è di buon auspicio issare un ramo d'albero, adesso la bandiera italiana, per indicare che si è arrivati al tetto della nuova costruzione, e dare quindi il via ai festeggiamenti, si “bagnava anche il tetto”, termine che stava a specificare che la prima pioggia sarebbe stata il suo battesimo, invitando a cena le maestranze. Fin dai tempi più antichi la costruzione di una casa è stata soggetta a numerose prescrizioni e superstizioni. La scelta del terreno, l'orientamento, i materiali, le varie fasi di costruzione e infine l'inaugurazione sono stati codificati nel tempo. Nell'antichità si facevano inizialmente sacrifici di bambini, di vergini, di schiavi, sostituiti poi dall'uccisione di animali, spesso di cani, infine soppiantati dalla deposizione di oggetti di varia natura e di monete. Pare dunque che tali depositi votivi avessero lo scopo di farsi perdonare per l'utilizzo di un territorio che veniva così sottratto alla natura o di scusarsi per aver distrutto precedenti costruzioni. Appare un rapporto tra l'uomo e il suo habitat molto differente rispetto a quello moderno nel quale sembra che all'uomo sia tutto concesso senza alcuna conseguenza. L'aver tolto quell'anima che un tempo dava vita a tutte le cose ha anche svilito il pensiero ormai volto solo all'utile immediato. La cronaca insegna che anche se pensiamo che la natura non abbia un'anima, ha delle regole molto rigide che bisognerebbe imparare a rispettare. Un altro momento importante della costruzione era il getto del solaio. Con il solaio la struttura che stava sorgendo veniva finalmente chiusa e protetta dal sole e dalla pioggia. Forse l'operazione era considerata anche molto delicata e forse dava indizi sulla stabilità delle mura già costruite. In tale occasione il committente offriva un pranzo a tutte le maestranze impegnate nel lavoro. Durante la lettura del romanzo "Le affinità elettive" di Wolfgang Goethe, con mia sorpresa, ho trovato la descrizione della posa della prima pietra di un edificio. Siamo alla fine del Settecento, primi dell'Ottocento, in Germania. Si può così notare come la tradizione di deporre oggetti e scritti da coprire con la prima pietra sia tanto antica e sia stata tanto radicata nell'uso almeno fino al Novecento. E' molto interessante leggere come Goethe ha reso con le sue parole il momento rituale della posa della prima pietra di un edificio e ci aiuta a comprendere i significati più ancestrali connessi all'azione di coprire un terreno con un'opera umana Come si vede il porre sul tetto appena concluso, nel punto più alto dell’edificio una frasca o una bandiera e di festeggiare tutti insieme, muratori, manovali, carpentieri con un pranzo o cena era un pò come il varo di una nave e con l’Unità d’Italia già a metà Ottocento si sostituì la frasca con una bandiera per rappresentare il lavoro italiano. Anticamente questa tradizione si collegava alla somiglianza tra la crescita naturale dell'albero e la crescita della casa rimandando all'idea del Dio come grande architetto dell'universo e allora l'uomo, immagine di Dio, che diventa architetto, e quindi protagonista del proprio mondo. L’albero veicola una serie di significati attinti dalla dimensione vegetale cui appartiene: albero come forza vitale, che stagione dopo stagione si rigenera, cresce, rinnova chioma e colore, elemento che unisce terra a cielo, e che qui, sul tetto concluso, rende il cielo un po’ più vicino. Bisogna anche dire che fino agli inizi anni sessanta non esisteva tutta l’attuale burocratizzazione per costruire. Negli edifici con muratura portante, il getto o il montaggio del tetto rappresentavano praticamente la fine dei lavori in quanto l'edificio assumeva carattere di abitazione data la presenza della copertura, rendeva automaticamente abitabile la costruzione e di conseguenza. Una volta l’arrivo al tetto significava un sicuro pagamento e allora per celebrare con soddisfazione e orgoglio la nuova casa, inoltre, da quel momento in poi il lavoro si sarebbe compiuto al coperto, quindi sarebbe stato meno pericoloso e faticoso. Esisteva in alcune zone italiane il significativo gesto di martellare da parte del capofamiglia l'ultimo chiodo al centro della casa nel pavimento, alla presenza di tutta la famiglia e degli operai che avevano terminato il montaggio, questo chiodo rappresentava il perno di sostegno della casa e quindi della famiglia. 8una volta quando si inaugurava una casa nuova bisognava portare pane, sale e uovo. La casa deve essere piena come un uovo, e vi devono regnare la bontà, l'abbondanza, il pane, e la saggezza, il sale. Favria, 6.04.2022 Giorgio Cortese Buona giornata. Nella vita quotidiana, ognuno di noi ha una favola che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che con la meraviglia e l’incanto degli occhi la legga e la racconti. Felice mercoledì
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