Mi ricordo quando, qualche anno fa, sui social, Putin era l’eroe della giustizia e dell’ordine: una specie di Clint Eastwood de noantri, capace di fare tutto ciò che i nostri politici, ovviamente cialtroni ed incompetenti, non riuscivano nemmeno ad immaginare. Politico corrotto? Che problema c’è? Putin lo disintegra col laser. Un ladro entra in una proprietà privata? In Italia sarebbe tranquillo, ma in Russia deve stare molto attento perché, se lo acchiappa Putin, in meno di cinque minuti finisce a vendere gelati in Siberia, con le infradito ai piedi. Sei immigrato e molesti i moscoviti sulla Piazza Rossa? Attento, perché, se arriva Putin, ti rimanda al tuo paese in bicicletta. Insomma, un eroe.
E mi ricordo anche quando Biden, poiché un democratico, avrebbe dovuto essere una garanzia per la pace nel mondo. Oggi siamo qui, a contemplare le immagini di un conflitto che ci inorridisce, che fa paura, che evoca lo spettro di una guerra totale, tra potenze nucleari.
E allora?
Alcune considerazioni. La prima: non evochiamo gli uomini della provvidenza. Non passiamo ai nostri ragazzi l’idea che, nel mondo, vi siano politici corrotti, incapaci, i nostri, e uomini in grado di garantire l’ordine e la giustizia da soli.
Insegniamo loro che i politici possiamo sceglierli noi, che, se tutti ci impegniamo un po’ per la nostra comunità, non abbiamo bisogno di uomini forti che ci risolvano i problemi. Spieghiamo loro che la democrazia è confronto e scambio di idee e che le barriere ideologiche, che ci fanno schierare come tifosi allo stadio, si possono superare nel nome della pace.
Seconda considerazione: la guerra fa schifo e basta, senza se e senza ma. Discutere oggi delle ragioni di Putin o della protervia degli Stati Uniti significa fare sforzi di cerebralismo che non giustificano nessuno. Sarà la Storia a giudicare e, purtroppo, nemmeno lei sarà del tutto imparziale.
Ma il presente e guerra e la guerra è morte di innocenti, di bambini che guardavano trasognati il mondo, di ragazzi che sognavano un futuro da grandi, di madri che avrebbero dato la vita per salvare i propri figli e che, invece, sono morte con loro. Tutto il resto non ci interessa. Tutto il resto è silenzio.
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