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Piove, non-vaccinato ladro!

Che il super green pass, il lasciapassare introdotto dal Governo con decreto del 26 novembre scorso ed entrato in vigore dal 6 dicembre, non abbia affatto - com’era invece negli auspici del legislatore - «contenuto la diffusione del virus» è un dato di fatto. Escludere da tutta una serie di attività (compresa, in molti casi, quella lavorativa) i non vaccinati lasciando invece completa libertà di movimento ai vaccinati ha determinato il seguente risultato: il 6 dicembre in Italia c’erano 240 mila “attualmente positivi”, il 15 gennaio ce ne sono 2,4 milioni. Decuplicati. Se poi andiamo a vedere chi sono questi “positivi”, l’effetto super green pass (che doveva «premiare i vaccinati») emerge con ancor maggiore evidenza: tra il 10 dicembre e il 9 gennaio - ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità - sono stati diagnosticati quasi due milioni di casi di Covid, e - di questi - 1,6 milioni erano persone vaccinate (di cui circa un milione con doppia dose da meno di quattro mesi, e 200 mila addirittura con la dose booster). Quindi 1,6 milioni di persone che, già portatrici asintomatiche o paucisintomatiche del virus, avendo il super green pass sono andate ovunque (ristoranti, scuole, treni, alberghi, palestre, convegni...) contagiandone chissà quante altre, se ne sono accorte solo quando, avendo sintomi ormai evidenti, sono andate a “tamponarsi” e da quel momento si sono messe in isolamento (si spera). Eppure il Governo, di fronte all’evidente fallimento di una strategia di contenimento della pandemia basata esclusivamente sulla progressiva vessazione dei non vaccinati anziché sul tempestivo tracciamento dei “positivi”, nella conferenza stampa della scorsa settimana con cui ha tardivamente spiegato la ratio dell’ultimo decreto ha nuovamente affermato che «gran parte dei problemi che abbiamo dipende dai non vaccinati»,  e che «la circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione i nostri ospedali, soprattutto per l’effetto sulla popolazione non vaccinata». Qui siamo all’arrampicata sugli specchi acrobatica. L’Italia è oggettivamente uno dei Paesi al mondo con la più alta percentuale di vaccinati contro il Covid; percentuale che era già alta tre mesi fa (80% della platea over 12) ed è progressivamente cresciuta, tanto che ora sfiora il 90% e si è cominciato a vaccinare anche i bambini dai 5 ai 12 anni. Eppure a questo costante aumento di vaccinati, e alla parallela massiva somministrazione di dosi booster dopo pochi mesi, non ha corrisposto una diminuzione né dell’incidenza né dell’indice Rt, ed anzi la curva dei “positivi” si è impennata come mai prima d’ora. Continuare a dire che a «creare problemi» sia quel 10% rimasto di non vaccinati tappati in casa, quando ormai è acclarato che il virus si diffonde soprattutto perché portato in giro dai vaccinati inconsapevolmente “positivi” (ma dotati di super green pass) è quindi patetico e truffaldino. Il premier Draghi e il ministro Speranza, non essendo riusciti con il super green pass a contenere i contagi fuori dagli ospedali (anzi: come s’è visto il provvedimento ha ottenuto l’effetto contrario), tralasciano di commentare i due milioni e mezzo di “positivi” e la buttano sulle conseguenze sul sistema sanitario: «le terapie intensive sono occupate per 2/3 da non vaccinati» (testuale). Anche questa è un’odiosa mistificazione: detta in questo modo, sembrerebbe che negli ospedali italiani il 66% dei letti nei reparti di terapia intensiva sia occupata da pazienti Covid non vaccinati. E’ così? No, non è così. L’11 gennaio l’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) ha fornito i dati sull’occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti Covid. Ebbene: la percentuale media in Italia è del 18%, con variazioni significative da regione a regione: in Piemonte è al 24%, in Basilicata al 3%. Restiamo però alla media nazionale: ciò significa che in Italia, in un momento in cui i casi di Covid sono i più numerosi di sempre, su 100 letti di terapia intensiva ce ne sono 82 (non tutti occupati, fortunatamente) a disposizione di persone che non hanno il Covid. Dei restanti 18 occupati da pazienti Covid, in 6 sono allettate persone vaccinate. Quindi i maledetti non vaccinati stanno occupando il 12% dei posti letto in terapia intensiva: poco più di 1/10, non i 2/3 millantati da Speranza. Eppure tv e giornali, nella costante e pervicace campagna d’odio nei confronti dei non vaccinati, aizzano la popolazione e ogni giorno scovano e intervistano qualcuno che si lamenta perché «mi devono operare ma è tutto rimandato, i letti sono occupati dai non vaccinati, egoisti irresponsabili». Poi magari si scopre che metà dei “positivi” non vaccinati ricoverati si trovano in ospedale per tutt’altri motivi, e che gli interventi  programmati vengono rinviati perché in Italia ci sono 13 mila tra medici e operatori sanitari - tutti vaccinati e con super green pass - che essendo “positivi” non possono venire in reparto o in sala operatoria e sono a casa in isolamento: ma nella caccia al capro espiatorio questo non conta, bisogna comunque mazzolare i poco più di mille non vaccinati che sono in terapia intensiva, e imputare loro tutte le responsabilità di un sistema sanitario che da anni è al collasso. Vogliamo dirla tutta? In Italia (dati Eurostat e Ocse) negli ultimi vent’anni il numero dei posti letto pro capite negli ospedali è calato di circa il 30%: oggi abbiamo 3,2 letti ogni mille abitanti, mentre la media dell’Unione Europea è di 5 ogni mille. In Germania ce ne sono 8 ogni mille abitanti, in Bulgaria 7,5, in Austria 7,4. Anche nella graduatoria dei posti letto di terapia intensiva siamo tra gli ultimi, ampiamente sotto la media europea. L’Italia destina alla sanità risorse pari al 6,5% del Pil, mentre la Germania il 9,5%, la Francia il 9,3, il Regno Unito il 7,5. Ma se gli ospedali italiani vanno in crisi... ci raccontano che è per colpa di quel 12% di letti di terapia intensiva occupati dai non vaccinati. Probabilmente alla prossima conferenza stampa Draghi e Speranza ci diranno nuovamente (e i giornalisti, anziché fare fact-checking, diffonderanno il verbo, e i grulli anche stavolta abboccheranno) che le curve di diagnosi e ricoveri continuano a crescere per colpa di quel 10% scarso (e in continua diminuzione) di non vaccinati contro il Covid, ‘sti maledetti irresponsabili. Finirà così: quando finalmente in Italia, a seguito di altri decreti che imporranno ulteriori restrizioni e obblighi a chi ancora non si è fatto inoculare, resterà soltanto una persona non vaccinata ma avremo tre milioni di “positivi”, e gli ospedali ancor più pieni di ricoverati con Covid (tutti dotati di super green pass: già ora sono diecimila), ci racconteranno ancora che non si riesce ad arginare la pandemia per colpa di quell’unico non vaccinato: è lui che «crea problemi». E gran parte degli italiani ci crederà.
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