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Le conseguenze del super green pass: non ci sono mai stati così tanti “positivi”

Le conseguenze del super green pass: non ci sono mai stati così tanti “positivi”

In questo momento oltre un milione di italiani ha il Covid

A un mese di distanza dall’introduzione - per decreto: è il n. 172 del 26 novembre - del super green pass quale strumento (citiamo dalla Gazzetta Ufficiale) per il “contenimento della diffusione del virus”, sulla base dei dati pubblicati settimanalmente dall’Istituto Superiore di Sanità si può verificare se il provvedimento, che prevede per alcune categorie l’obbligo vaccinale “per la prevenzione dell’infezione da Sars-CoV-2” e una serie di divieti e restrizioni per chi non è ancora vaccinato, ha raggiunto i suoi obiettivi. Rinchiudendo di fatto i non vaccinati, o “tamponandoli” ogni 48 ore se proprio vogliono andare a lavorare, la diffusione del virus è stata bloccata o, per dirla con il decreto, quantomeno “contenuta”? Vediamo. A fine novembre gli “attualmente positivi” in Italia erano meno di 200 mila, di cui due terzi vaccinati. A fine dicembre sono un milione: quintuplicati. Tutti non vaccinati? Macché. L’ultimo dato fornito dall’Iss si riferisce al periodo 26 novembre-26 dicembre, quando in Italia erano stati rilevati circa 570 mila nuovi contagi; ebbene: di questi, 400 mila erano vaccinati, di cui 100 mila con doppia dose da meno di due mesi e altri 20 mila con dose booster. A questo punto, di solito, arriva qualche matematico da strapazzo che vuole spiegare il dato con il cosiddetto “effetto paradosso”: «eh, ma essendo sempre di più i vaccinati, è ovvio che...». E invece no: nell’ultimo mese il numero dei doppi o tripli vaccinati è aumentato, ad esser generosi, del 5%; se nello stesso periodo il numero dei “positivi” complessivi è quintuplicato, e lo è soprattutto a causa del boom di “positivi” vaccinati, l’esplosione dei contagi tra i possessori di super green pass non è spiegabile con l’ampliamento della platea dei vaccinati. E’ evidente che l’utilizzo del lasciapassare per andare ovunque (ristoranti, palestre, ecc., con l’illusione di essere «sicuri di trovarsi tra persone non contagiose») anziché “contenere la diffusione del virus” ha contribuito a propagarlo. Il vero “effetto paradosso” è un altro. Il numero di nuovi “positivi” registrato settimanalmente dall’Iss non è rilevato su tutta la popolazione italiana, ma solo su coloro che si sono sottoposti a tampone: che, per la maggior parte, sono persone non vaccinate costrette a farlo ogni due giorni; i possessori di green pass, invece, vanno a “tamponarsi” solo se hanno sintomi o, in rari casi, se sono entrati in contatto con qualche “positivo”. Il campione di rilevati, quindi, è sbilanciatissimo, ed evidentemente non proporzionale al rapporto vaccinati/non vaccinati nel Paese: si “tamponano” infatti moltissimi non vaccinati e pochissimi vaccinati. Ecco quindi che, se il numero di non vaccinati trovati “positivi” (170 mila, a dicembre) è abbastanza attendibile, quello dei non vaccinati trovati “positivi” (400 mila, sempre a dicembre) non lo è, perché ce ne sono almeno altrettanti che - essendo asintomatici o paucisintomatici - non fanno alcun tampone. E sono quelli che, grazie al super green pass, continuano comunque a frequentare tutti gli ambienti e a contagiare altre persone, sovente vaccinate anch’esse. Il super green pass, che non certifica affatto la “negatività” del possessore, si è quindi rivelato lo strumento principale che a dicembre ha permesso al virus di diffondersi. Se dopo due anni di pandemia, e nonostante la campagna vaccinale nel nostro Paese abbia ormai coperto il 90% degli over 12, abbiamo raggiunto ora il record di contagi... lo dobbiamo soprattutto al super green pass. Altro che “contenimento della diffusione del virus”: l’esatto contrario.  (u.l.)
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