Funziona così: appena provi a dire, dati alla mano, che ormai in Italia ci sono più “positivi” vaccinati che “positivi” non vaccinati, e che il divario settimana dopo settimana va aumentando, salta fuori quello che ti dà dell’ignorante in matematica e ti ripete a pappagallo - avendolo orecchiato da qualche parte - che «il dato si spiega con l’effetto paradosso», o che «bisogna guardare il denominatore»: essendoci sempre più vaccinati, è chiaro che eccetera. Sì, testina: ma una volta che abbiamo spiegato il dato, resta la conseguenza; puoi anche atteggiarti a meteorologo e spiegarmi perché piove, ma resta il fatto che piove, e che quando piove se stai sotto la pioggia ti bagni. Il fatto (la pioggia) è che - paradosso o meno - in giro ci sono sempre più “positivi” vaccinati che “positivi” non vaccinati. Nell’ultimo mese (dati Iss, v. tabella) sono stati rilevati più di centomila “positivi” vaccinati a fronte di sessantamila “positivi” non vaccinati. Ma mentre quei sessantamila sono effettivamente tali perché controllatissimi (fanno parte della categoria “tamponata” ogni 48 ore, altrimenti non possono nemmeno andare a lavorare), molti di quei centomila - che la prossima settimana, essendo la tendenza ormai costante, diventeranno 110 mila o più - sono andati a fare il tampone e rilevati portatori del virus solo perché ormai avevano sintomi evidenti; quindi probabilmente ci sono altrettanti vaccinati “positivi” asintomatici (per ora) che stanno andando in giro non sapendo di portare il virus in tutti i luoghi in cui entrano. E siccome - essendo vaccinati - hanno il green pass ed entrano ovunque, diffondono il contagio anche nei luoghi che Draghi & c. - mentendo, con il supporto di cortigiani, lacchè e stampa di complemento - definiscono “sicuri”. Il Governo, però, anziché pensare a come controllare il sempre più alto numero di “positivi” vaccinati (che sarebbe l’unico modo serio ed efficace per arginare la diffusione del virus), ha altre priorità: “salvare i consumi di Natale” e “premiare i vaccinati”. L’obiettivo non è fermare ed isolare i potenziali “positivi”, ma vessare i non vaccinati, da considerare “untori” anche se il virus non ce l’hanno. E quindi ecco la genialata del “super green pass”. La ratio alla base del super green pass è molto semplice: allo Stato non importa più se sei “negativo” e quindi non contagioso. Puoi anche aver fatto tre tamponi negativi nell’ultima settimana, ma nei ristoranti, nei teatri, nei musei ecc. non entri, perché se non sei vaccinato sei un reietto e non hai più diritto a far parte del consesso civile. Entri solo se sei vaccinato: in tal caso, anche se sei inconsapevolmente “positivo” perché non fai tamponi da mesi (e quindi, entrando, contagi gli altri)... va bene lo stesso. Ormai non si dividono più i potenzialmente “positivi” dagli altri: si discriminano i non vaccinati. Per i vaccinati, invece, ricchi premi, cotillons e... Covid. Tra la seconda metà di dicembre e i primi di gennaio, infatti, grazie al super green pass avremo luoghi definiti “sicuri” (ristoranti, discoteche, sale da ballo... saremo nelle Feste, no?) in cui entreranno solo i vaccinati, tra cui - come abbiamo visto - molti vaccinati “positivi”, che a loro volta contageranno altri vaccinati. Grazie a questi allegri focolai benedetti dal Governo la percentuale di “positivi” vaccinati sul totale dei “positivi”, che già oggi è oltre il 62%, salirà ben oltre il 70%. Con il super green pass, quindi, il “premio” del Governo per i vaccinati sarà quello di regalar loro il Covid. Però, mi raccomando, per far bella figura alle tavolate di fine anno bisogna dire che se il virus è ancora tra noi è solo per colpa di quei maledetti non vaccinati. Buone Feste.(u.l.) p.s.:Ah, poi c’è sempre quello che dice che «comunque, se sei vaccinato, anche se ti becchi il Covid non finisci all’ospedale». Troppa fatica andare a leggere i dati Iss che certificano come il 51% degli ospedalizzati con Covid sia vaccinato, meglio continuare a rincoglionirsi davanti alla tv.
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