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02 Settembre 2021 - 11:06
Piscina (foto d'archivio)
Capita per puro caso che a San Benigno Canavese, ridente paesino a 15 chilometri da Settimo, ci sia una bella piscina comunale. Non una vasca da bagno o una di quelle cose di plastica che la gente si mette in cortile. Una piscina vera, con tanto di impianti, piastrelle blu, spogliatoi e bagnino certificato.
Di giorno, però, mentre quindici sveglioni, di cui dieci adulti forse anche vaccinati, hanno pensato bene di usarla la notte di Ferragosto. Parcheggiate le auto con le targhe ben visibili e scavalcata la recinzione, i furboni sono penetrati clandestinamente nell’impianto e hanno preso il bagnetto.
“Hanno fatto bene”, direte voi. C’è mica niente di male a entrare in una proprietà altrui (che poi non è altrui secondo i quindici astuti, in quanto comunale, quindi anche un po’ loro), usarla in base ai propri comodi e andarsene tranquilli come dei puciu.
Ripresi dalle videocamere a circuito chiuso, i nostri eroi hanno lasciato l’impianto prima dell’alba, contenti come pasque per avere preso il bagnetto gratis, in realtà a spese degli altri cittadini, ma chissenefrega. Non trattandosi però del palio dei borghi, né di un concertino in piazza con tanto di permesso Siae, la goliardata finisce nell’ufficio del Sindaco, da qui direttamente ai caramba, i quali vanno dal giudice che apre un fascicolo contro ignoti.
Ignoti mica tanto! Faccioni e targhe dei furbi del nuovo millennio risultano ben chiari dalle riprese, così che in un amen tutti vengono a sapere tutto. E alè! Si scatena il web: ma poverini, non sapevano, non credevano, non volevano, facce da culo lavatevi a casa vostra, sono giovani suvvia, vent’anni di galera e via cantando.
Ai caramba i brillantoni hanno detto: “Credevamo spente le telecamere.” Eccerto! Le mettono lì per figura, o per riprendere quelli che fanno i tuffi carpiati di giorno, pagando l’ingresso. Poi le spengono, così si risparmia sulla luce e ognuno può fare ciò che gli pare.
Un consiglio ai poareti: lì vicino, in una bella piazza del bellissimo centro storico di San Benigno, sorge l’Abbazia di Fruttuaria, un luogo di fede tra i più importanti del Piemonte, opera di storia e tradizioni non comuni, scavi risalenti a mille anni fa, pale del Defendente Ferrari, un bombonin tutto da vedere.
Confina con uno storico istituto salesiano. Il prossimo Ferragosto passino di lì e dicano una preghiera a don Bosco, che la giri via feisbùch al Padreterno: “Domine, facme furbum”. O se vogliono proprio fare una cosa gratis di notte, facciano un giro in bici.
Le loro, però, non quelle altrui.
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