Renato Dutto, Salvatore Collarino, il capo della Protezione Civile di Chivasso Antonio Busa, Maurilia Ognibene e Giuseppe Stocco
La “Spesa Solidale” è un progetto contro le povertà nato da un’idea della Uildm (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) sezione “Paolo Otelli” di Chivasso, alla quale si sono poi unite altre associazioni: Caritas Interparrocchiale, Croce Rossa Italiana, Circolo Acli I Care; Conferenza della Società Vincenzo De Paoli; Gruppo di Acquisto Solidale; Sezione "Boris Bradac" dell'Anpi; Associazione Culturale Arci Zeta; Avulss Odv; Nemo In.Forma.Citt@; Sezione "Brunato" dell'Associazione Nazionale Bersaglieri; Fotoclub Chivasso Circolo "La Tola"; Rotary Club Chivasso; Vespa Club Chivasso; Circolo Agricoltura Aps, Circolo Acli Chivasso, Associazione Libera "Angelo Vassallo" e Vip Sognando Chivasso. Un’iniziativa semplice, ma molto efficace quella della “Spesa Solidale”: un ottimo modo per reagire al difficile momento causato dalla pandemia aiutando le persone in difficoltà, poiché in seguito al blocco delle attività economiche si sono aggravate le difficoltà di tante famiglie e si sono evidenziate nuove povertà. “Cri e Caritas si sono occupate, e si occupano, di distribuire le derrate alimentari e i prodotti di prima necessità. Le altre associazioni invece sono dedite al reperimento dei prodotti, che vengono poi portati nella sede della Quintana del Cedro, gentilmente offerta da Marco Cena e famiglia. Altra forma di collaborazione da parte delle associazioni è la partecipazione ai turni per le due aperture settimanali della Quintana: il mercoledì dalle 10 alle 12 ed il venerdì dalle 16 alle 18, in modo da offrire l'opportunità a tutti i cittadini di poter prendere ciò di cui necessitano” ha spiegato Renato Dutto, Presidente dell’associazione Capofila del progetto, la Uildm. Dopo aver vinto un bando regionale per il Terzo Settore, la “Spesa Solidale” ha ricevuto i fondi per portare avanti, ancora più in grande, il suo progetto. Avendo così la possibilità di aiutare più persone in difficoltà, ma anche di fare formazione per tutti i volontari partecipanti all’iniziativa. Venerdì 4 giugno, presso la sede della Protezione Civile di via Bonacini 23, si è svolta la seconda lezione del corso di formazione. I 60 volontari, sino al 25 giugno, ogni venerdì, seguiranno delle lezioni tenute da esperti nei vari campi toccati dal progetto. Questa seconda lezione ha visto come moderatore Giuseppe Stocco e come relatori il Dottor Salvatore Collarino, Presidente del Banco Alimentare del Piemonte, e la Dottoressa Maurilia Ognibene, del Servizio Igiene Alimentare e Nutrizione ASL T04. Il dottor Collarino ha spiegato che ad accomunare tutti coloro che fanno parte del Terzo Settore è la voglia di aiutare chi è in difficoltà; questa è la “scintilla” che rappresenta il minimo comun denominatore fra i volontari. Ha, inoltre, spiegato come il Banco Alimentare sia nato in Arizona, negli Stati Uniti, negli anni ‘60, e sia poi arrivato in Italia nel 1989. Qui da noi consiste in un’associazione, molto strutturata, di privati cittadini che si muovono in modalità sussidiaria dove non arrivano le Istituzioni, alle quali non si sostituisco, ovviamente. “Grazie a Danilo Fossati, proprietario della ‘Star’, e a Don Giussani anche noi abbiamo dato vita al Banco Alimentare, dapprima a Milano e poi in tutto il Paese. In Piemonte le sue sedi sono 5 e vi collaborano più di 180 volontari. Queste persone sono uno dei pilastri fondamentali del Banco Alimentare, mentre l’altro è rappresentato dalle parrocchie e dalle associazioni che stanno a diretto contatto con i più bisognosi - ha affermato Collarino -. Questi due pilastri rappresentano un patrimonio da salvaguardare e l’unico modo per farlo è ‘fare bene il bene’, prendendolo con la stessa serietà e impegno con cui si prenderebbe un lavoro, anche se questa è un’attività non retribuita e su base volontaria - ha aggiunto -. Noi volontari abbiamo una doppia responsabilità nei confronti di chi riceve: quella di tutelare la salute pubblica assicurandoci che il cibo che gli consegniamo sia sano e ben conservato, ma abbiamo anche una responsabilità morale e il modo in cui approcciamo con loro deve tenere conto della dignità, che spesso, in queste persone, è abbattuta o non è quasi più presente. Dobbiamo farle sentire come noi e trattarle come faremmo con nostra madre, un amico o un fratello, perché a tutti potrebbe capitare di trovarsi in una situazione del genere, pur pensandolo inimmaginabile a priori”. Il Dottor Salvatore Collarino ha poi aggiunto che la responsabilità sociale che si assume il volontario è anche un qualcosa di cui andare molto fieri. “Sicuramente i volontari non salveranno il mondo, ciò che fanno non è risolutivo e ne sono consapevoli, ma si muovono sapendo che almeno una persona, per quella sera, starà un po’ meglio” ha spiegato ancora. Ha poi preso la parola la Dottoressa Ognibene che ha spiegato come gestire gli alimenti freschi, sottolineando l’importanza di sensibilizzare le persone rispetto ai rischi per la salute dovuti alla contaminazione degli alimenti. La Dottoressa ha esposto in parole semplici quali sono i microrganismi da conoscere, quali sono le loro modalità di ingresso negli alimenti, che cosa incide sulla loro proliferazione all’interno degli alimenti e come regolarsi di conseguenza per conservarli correttamente. A chiusura della lezione è intervenuta la Signora Maddalena Albora, della Caritas, per spiegare le modalità d’opera del Gruppo di Lavoro che segue l’approvvigionamento degli alimenti e la loro gestione all’interno del progetto “Spesa Solidale”. Il prossimo appuntamento, con la terza lezione del corso, è per venerdì 11 giugno.
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