L’anno scorso, nella Maratona per il 25 Aprile, avevamo ricevuto un contributo di Carlo Alberto Grosso che proponeva il ricordo di Dante Campanaro, di Pavone Canavese, zio di sua moglie Nadia, “andato avanti” nel 2005. Dante aveva combattuto i tedeschi nella Divisione Garibaldi, creata in Jugoslavia il 2 dicembre del ’43, dalla fusione di quanto restava della Divisione Fanteria da Montagna “Venezia”, e della Divisione Fanteria Alpina “Taurinense”.A ciò si era aggiunto un secondo contributo sulla “mitica” Divisione Garibaldi in Jugoslavia, inviato questa volta da Pierangelo Grosso, che ricordava il perosiese Gianni Ravarono, preso dai Tedeschi in ritirata, fuggito con altri due commilitoni e poi arruolato nella brigata Garibaldi. Ora ecco un terzo contributo inviato questa volta da Ettore Sartoretto Verna, che ci allega delle immagini di Ravera Aira Massimo, di Colleretto Giacosa, anche lui fra i combattenti canavesani nella Brigata Garibaldi Jugoslava. Grazie all’amico Ettore per condividere pagine e personaggi della nostra Storia
Partigiani mai celebrati… Tratto da Eric Gobetti, storico del fascismo e della Jugoslavia
Nikšić, Montenegro, 9 settembre 1943. Poco dopo l’alba l’artigliere Sante Pelosin, detto Tarcisio, fa partire il primo colpo di cannone contro una colonna tedesca che avanza verso le posizioni italiane. Nelle settimane successive circa ventimila soldati italiani decidono di non arrendersi e di aderire alla Resistenza jugoslava. Andranno a costituire una vera e propria divisione partigiana, la Garibaldi, che combatterà i tedeschi fino alla liberazione. È una scelta di campo consapevole e coraggiosa, che comporterà anche grandi sofferenze: quasi metà dei primi resistenti cadranno vittime del freddo, della fame e di una devastante epidemia di tifo. Si tratta anche di una vicenda unica: fra le unità che tentano di resistere ai tedeschi dopo l’Armistizio, la divisione Garibaldi è la sola a rimanere integra fino alla fine della guerra, grazie alla scelta, sofferta e complessa, di allearsi con i nemici del giorno prima, i partigiani jugoslavi. La divisione italiana partigiana Garibaldi viene fondata ufficialmente il 2 dicembre 1943 a Pljevlja, nel Montenegro nord-occidentale. Essa combatte per quasi tutto il periodo successivo sul territorio montenegrino, se si escludono alcune puntate in Bosnia, Erzegovina e Serbia. Il suo contributo ha lasciato un ricordo significativo anche nell’attuale Montenegro, dove la memoria dei partigiani italiani è ancora viva e attuale… L’ultimo comandante della formazione partigiana si chiamava Carlo Ravnich, o Karlo Ravnić, secondo la grafia utilizzata nei documenti jugoslavi. Era un maggiore degli alpini al momento dell’armistizio, ma viene promosso tenente colonnello in concomitanza con l’affidamento dell’incarico, il 30 giugno 1944. Si tratta di un ufficiale di carriera di origine istriana, che ha lavorato in gioventù come minatore e riscuote le simpatie jugoslave sia per la sua origine proletaria che per la perfetta conoscenza della lingua. Inoltre Ravnich è un ufficiale deciso e coraggioso, che gode del prestigio e del rispetto di tutti: pochi giorni prima della nomina, il 21 giugno, è stato ferito in combattimento ma ha rifiutato il rimpatrio per restare coi suoi soldati. Inoltre la sua scelta partigiana è stata decisa e inoppugnabile: è lui il comandante del gruppo d’artiglieria alpina Aosta, da cui dipende la batteria di Tarcisio Pelosin che spara contro i tedeschi il 9 settembre 1943. Dopo le prime battaglie nella zona di Cattaro, guida con decisione i suoi uomini alla macchia, creando il primo vero e proprio distaccamento partigiano, e adeguandosi all’alleanza con i comunisti pur di lottare contro il nemico nazista…
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