Ecco, immagino la vostra bocca spalancata di fronte a questa svolta clamorosa! Ebbene sì, da questa settimana allargheremo un po' i nostri orizzonti. D'altra parte eravamo stufi di essere tacciati di metropolitismo; non esistono solo le grandi città come Ivrea, esiste anche la provincia! E allora oggi partiamo appunto con un grande classico: il Castello di Pavone! L'origine della costruzione è estremamente antica, edificata su vestigia romane. Si ritiene che la parte più antica di mura risalga al IX Secolo dopo Cristo, quindi ai tempi poco successivi a Carlo Magno, e poco precedenti alla nascita di Barbara D'Urso. Successivamente vi fu la costruzione della romanica Chiesa di San Pietro, e della torre massiccia, il Maschio, detta anche Rocco Siffredi. In seguito il Castello divenne di proprietà del Vescovo di Ivrea, che lo utilizzava per le cene eleganti. Nel 1263 venne occupato da Bonifacio di Opissio, che siccome non esiste alcuna località di nome Opissio, venne dichiarato Apolide, come il noto Festival di Vialfré. Malgrado questo contrattempo, tale Vincenzo Cerutti, generale di ventura e caro amico di Bonifacio, venne nominato segretario del partito guelfo "Forza Opissio". Nel 1300 iniziano le contese col Marchesato di Monferrato, finché nel 1363 arrivò l'avventuriero Robin du Aspin, al comando di una soldataglia di cui facevano parte gli uomini più coraggiosi dell'epoca, da Gigno Vinia, che per ottenere forza utilizzava, a differenza di Braccio di Ferro, fagioli grassi al posto di spinaci, ad Anna Malo, nota per i suoi combattimenti sotto gli acquazzoni, semplicemente perché non se ne accorgeva. Questo Robin, che non era né Hood né quello del Nido, arrivò a sequestrare il Vescovo Pietro De la Chambre, per ottenerne un riscatto. Successivamente divenne santo protettore dell'Anonima sarda. Nei secoli successivi vi furono ulteriori costruzioni, che servirono da rifugio ai vescovi durante le pestilenze. Infatti Pavone era zona gialla. Nel 1688 vi si accampò nelle vicinanze il futuro Re di Sardegna Vittorio Amedeo Secondo, che prese anche parte al presepe vivente organizzato da tale Georgia Popolo, in cui ebbe il ruolo di Baldassarre che portava una confezione di mirra a forma di Basilica di Superga. A fine '800 il Castello venne acquistato da Alfredo D'Andrade, che lo restaurò in modo fighetto. Una curiosità: negli anni Sessanta vi furono girate delle scene, e soprattutto la sigla finale dello sceneggiato Rai "La freccia nera", in cui Loretta Goggi interpretava il ruolo di un trans. Ora vi lascio che vado a dire a tutti che ho scritto questo articolo e mi ci pavoneggio.
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