Prima o poi sarebbe dovuto succedere. Mi dovrò infine occupare di un personaggio, Camillo Olivetti,che grande lustro diede alla nostra cittadina (parlo di Ivrea, non di Anna Bono), ma venne presto dimenticato: uno sguardo avanti, scordiamoci del passato. Certo, mai dimenticato quanto Adriano Olivetti. Scommetto che non avete colto l'ironia... Camillo nacque nel 1868, il nome completo era Samuel David Camillo Olivetti, ma si fece sempre chiamare con l'unico nome che finiva per vocale. Fu fin da bambino appassionato di tecnologia, specialmente elettrica, che trovava assolutamente elettrizzante. E infatti nel suo primo viaggio negli Stati Uniti volle ferventemente incontrare Thomas Edison. Ne fu estasiato, malgrado se lo fosse sempre immaginato con una lampadina al posto della testa. Tornato in Italia, fondò un'azienda di importazione di macchine per scrivere, biciclette, e macchine per scrivere a pedali con cambio Shimano. Presto però venne colto dalla volontà produttiva, e mise in piedi la mitica fabbrica in mattoni rossi (la prima volta che la vide Gigno Vinia, durante un percorso turistico eporediese, ebbe una mezza sincope), dove venivano prodotte le prime macchine per scrivere italiane. Mattoni rossi, ma dentro cemento armato, talmente armato che all'inizio della Prima Guerra Mondiale fu moderatamente interventista. La prima macchina per scrivere, interamente progettata da lui, fu la M1. M è la prima lettera della parola macchina. Ve ne eravate accorti, eh. Durante la Grande Guerra vendette i suoi prodotti principalmente all'Aeronautica, e non solo italiana. Dopo l'Armistizio mise in produzione la M20, saltando tutte le altre 18; era sempre avanti. Nel 1925 entrò in azienda Adriano, iniziando dalla gavetta; presto però si resero conto che gavette non ne producevano. Col tempo istituì la prima scuola in fabbrica, implementò la ricerca ed iniziò la produzione di telescriventi e macchine per calcolo. Una certa Georgia Popolo gli fece notare che non venivano prodotte statuine da Presepe, ma la sua constatazione cadde nel dimenticatoio. A Ivrea la più acerrima nemica degli sviluppi progettuali e tecnologici della Olivetti fu una certa Anna Malo, che dichiarò che rispetto all'utilizzo di macchine, personalmente si trovava meglio a contare sulle dita. Politicamente Camillo Olivetti fu sempre Socialista (causa della seconda sincope di Gigno Vinia), prima rivoluzionario e poi riformista. Partecipò alla celebre manifestazione di Milano del 1898, quella del cannoneggiamento di Bava Beccaris su imbeccata del Re. Pur critico, a lungo non si oppose apertamente al Fascismo, fino alla promulgazione delle Leggi Razziali. Questo articolo l'ho scritto in txt. L'Assessore Balzola si è dissociato, però txt gli piace.
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