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17 Agosto 2020 - 15:12
“Barbie Climber” ne ha studiata, e fatta, un’altra delle sue.
La campionessa delle scalate impossibili e delle sciate sull’acqua, emblema vivente del “Se vuoi, puoi”, dopo aver salito una parete di ghiacchio, ne ha vinta una di roccia.
Alessia Refolo, 29 anni, di Ivrea, non vedente, ha scalato la parete a picco sul mare nella falesia di Capo Noli in Liguria dopo aver salito, lo scorso inverno, la montagna all’ice park di Ceresole Reale.
Una sfida vinta dietro l’altra per la giovane eporediese che le sue imprese le ha raccolte in un libro, “Se vuoi, puoi - Una vita al di là del buio”, il romanzo autobiografico che ha presentato lo scorso anno al Salone del Libro di Torino e che ha portato in giro per l’Italia per raccontare la sua straordinaria quotidianità.
L’essenziale è invisibile agli occhi. L’aforisma, tratto dal “Piccolo Principe”, per molti è una sacrosanta verità. Per lei è senza dubbio qualcosa di più.
Alessia Refolo è una dei pochi che possono dire di essere sopravvissuti al Neuroblastoma, un tumore infantile da cui nel mondo si salva solo un bambino su cinque. Aveva 18 mesi: ce l’ha fatta, ma ha pagato un prezzo molto alto perché i farmaci le hanno danneggiato irrimediabilmente la vista.
E’ una non vedente, ma la sua disabilità si limita a quelle due parole lì. Nella vita reale è un inno alla gioia. Come dimostra il suo libro.
“Adoro l’equitazione, la danza, l’acrobatica aerea, lo sci sulla neve ma soprattutto l’arrampicata per la quale ho un grande talento – sorride, e spiega -. Questa passione mi ha condotta alla conquista del titolo di Campionessa Mondiale Paralimpica di arrampicata sportiva, nel 2014 in Spagna. Mentre nel 2018, in Francia, ho vinto l’oro al Campionato Europeo Paralimpico nello sci nautico…”.
Per i suoi capelli biondi, il fisico minuto, la grazia e i lineamenti sottili, la sua prima allenatrice di scalata l’ha soprannominata “Barbie Climber”. Di lì il passaggio a “Barbie Skier” nello sci nautico è stato un attimo. Diplomata in ragioneria, lavora in banca, alla Monte dei Paschi di Siena, vicino casa. Si prende cura del suo appartamento da sola. Ama uscire con gli amici. Vuole un bene dell’anima a mamma e papà, che l’hanno cresciuta con valori sani e principi saldi, insegnandole l’importanza dell’essere indipendente più di quanto un genitore sia tenuto a fare col proprio figlio. E vuole un gran bene anche alla sorella Chiara, più piccola di cinque anni. La famiglia è parte di quello che lei chiama il magico team “Se vuoi, puoi”, che la segue in tutto. Amici, supporter, allenatori.
Un team che l’ha seguita anche in quest’ultima impresa.
“L’idea di scalare una parete di roccia a picco sul mare - spiega - mi è venuta l’anno scorso, mentre scrivevo il libro. Ho sentito il bisogno di creare qualcosa, di darmi un altro obiettivo, di mettermi il caschetto per un’altra scalata. Così è arrivata la salita all’Ice Park e questa di oggi sul mare della Liguria”.
“Ero circondata dal caldo, sentivo sulla pelle il calore dei raggi del sole - dice -. Percepivo il mare dalle onde sugli scogli, il profumo della salsedine, sentivo per la prima volta l’acqua sotto di me. Sono sensazioni che ho sempre adorato. Non avevo paura. Pensavo: “Se dovessi cadere, al massimo finirò in mare”... (sorride). Sono state due esperienze che rifarei entrambe e ringrazio Fulvio Conta, coach del CAI nazionale, e Davide Enrione, guida alpina, che sono stati con me uno a Ceresole e l’altro a Noli. Chissà, un giorno, magari queste esperienze potranno essere raccontate in un nuovo libro”.
Intanto, nel mirino, c’è già un nuovo obiettivo. “Mi sto allenando con Massimiliano Diabotti per partecipare al campionato italiano di corsa. Mi sto specializzando nei 1.500 metri e negli 800 metri: mi auguro di portare a casa dei buoni risultati”.
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