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28 Luglio 2020 - 19:08
Per quanto riguarda il principale raggruppamento di minoranza che sedeva in consiglio comunale a Castellamonte, la scorsa settimana il suo capogruppo Giovanni Maddio e l’ex-consigliere Davide Trettene avevano lanciato un messaggio: “Bisogna riuscire a creare un gruppo coeso che tenti di ottenere un risultato positivo”.
Questo della coesione è uno dei punti su cui Maddio insiste di più. “Spero che si riesca a mettere in piedi una lista unitaria del centrodestra e sono disponibile a candidarmi come consigliere: la voglia di ricominciare c’è ma con ponderatezza e con la consapevolezza che c’è bisogno di aiutare cittadini e forze produttive che hanno sofferto per il Covid. Bisogna guardare al gruppo e non ai personalismi: chi entra in un’amministrazione, anche animato dalle migliori intenzioni, deve poi fare i conti con la necessità di mediare. E’ importante che ci sia questa consapevolezza. Una lista, in un comune delle dimensioni di Castellamonte, si forma in base all’appartenenza politica oppure perché ci si ritrova intorno ad un programma e ci si mette assieme con delle finalità concrete. Stiamo ragionando per cercare convergenze su progetti condivisi di lungo termine. Le valutazioni vanno fatte sulle proposte e non sugli slogan, che non hanno portato a nulla. Dire: <Chiuderemo la discarica!> non va più di moda. Il “Nuovo non esiste più : è durato tre anni. Servono programmi sui quali cui ci si ritrovi e che vengano portati avanti fino alla scadenza naturale del mandato: bisogna affrontare la competizione elettorale con la consapevolezza che si abbiano i numeri per governare”. Il riferimento a quanto appena avvenuto in Comune è evidente: “Tutti noi avevamo capito che c’erano delle frizioni all’interno della maggioranza, che in tre anni hanno condotto al commissariamento. Anche se Mazza dice che lui non ha colpe, si porta dietro questo biglietto da visita che non è una bella cosa. Serve un sindaco che abbia voglia di confrontarsi e condurre il Comune il più avanti possibile, interagendo con gli enti superiori. Bisogna fare sistema anche con le località vicine: il Canavese ha potenzialità turistiche che vanno fatte conoscere e sfruttate lavorando insieme a livello di territorio”.
Quando gli si chiede se l’intenzione del centrodestra sia quella di costituire una lista comprendente i fuoriusciti di “Diversamente Castellamonte” Maddio risponde: “In linea di massima spero che non ci siano preclusioni da parte di nessuno e che si riesca a creare un bel gruppo coeso, che credo sia quello di cui Castellamonte ha bisogno. Non vedrei nulla di male se ci fossero delle ricomposizioni con la creazione di una nuova maggioranza. Quando in un gruppo si litiga e non si riesce a fare nulla, tanto vale andare via”.
Sembra invece che non ci siano trattative in corso con Paolo Recco: “Dopo il voto unitario sulla Mozione di Sfiducia c’è stato un rompete le righe. So che i 5 Stelle hanno detto che saranno presenti (e mi fa piacere) però mi spiacerebbe che ci ritrovassimo con otto liste come nel 2012: Castellamonte ha il titolo di città ma in realtà è un paesone e capita che in questi comuni i partiti mettano il naso per capire che aria tira. Troppa frammentazione non fa bene e scoraggia i cittadini dal prender parte alla vita amministrativa: otto anni fa molte persone vennero coinvolte in modo non corretto e questo ha creato una certa diffidenza. Tanta gente, quando le si chiede di mettersi in lista, risponde di no; magari ti votano ma nulla di più. A differenza di chi dice che la partecipazione è in aumento, in realtà diminuisce; più si fanno commenti sui Social e meno si partecipa. Servirebbero invece persone nuove, dei giovani da far crescere per affiancarli ai soliti volti e prepararli a diventare protagonisti.”
Il voto favorevole di Maddio sul Bilancio, che ha consentito la sua approvazione, non sembra essere stato ben accolto da tutti tanto che l’interessato ribadisce: “ A qualcuno può aver dato fastidio ma si trattava di scegliere fra le posizioni politiche ed il bene dei cittadini, che viene per primo: non che questi provvedimenti portino molto nelle loro tasche ma quel poco non bisognava toglierglielo. Forse ho sbagliato nel non comunicare prima la mia scelta ma il voto sul Bilancio e quello sulla Mozione di Sfiducia nei confronti del sindaco erano due cose distinte e l’una non escludeva l’altra: la mozione era stata concordata fra tutte le opposizioni ed ero stato d’accordo sul presentarla. Mazza ha fatto bene o ha fatto male a scindere il voto sul Bilancio e quello sulla Sfiducia, inserendoli in due consigli diversi? Non mi pronuncio”.
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