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17 Luglio 2020 - 10:58
Il consiglio comunale di Brusasco del 29 giugno ha approvato il consuntivo di bilancio dell’anno 2019, in riferimento allo stesso presentato il 29 marzo 2019. E’ stato definito dal sottoscritto “minimo e sprecato”. Minimo perché ha evidenziato, nel rendiconto delle entrate e delle uscite, una attività minima, proprio il minimo indispensabile per far funzionare il comune. Non erano stati previsti interventi o innovazioni di qualsiasi genere, e giustamente sul piano contabile il risultato è stato corretto si, ma specchio di quel che era mancato prima. Si è persa un’occasione sopratutto nel 2019, nella metà temporale dei 5 anni di amministrazione, quando i progetti solitamente diventano inizio di realizzazione.
Ma i progetti della amministrazione guidata dalla sindaca Luciana Trombadore si erano già persi per strada, nonostante avesse provveduto (la sindaca) a cambiare quasi interamente il gruppo di persone che solitamente affiancano il sindaco: vicesindaco assessore e capogruppo. Evidentemente non è bastato per rilanciare l’opera dell’amministrazione. Anzi. Per cui oggi niente di nuovo: si tira avanti alla meno peggio fino al prossimo anno, quando si terranno nuove elezioni comunali e quindi nuova amministrazione. Ma c’è un aspetto che non è stato discusso, perché non inserito nei punti all’odg, ma pure aleggiava. Il comune di Brusasco ha ricevuto oltre 38mila euro dalla Regione Piemonte, per realizzare il progetto di asfaltatura del tratto di strada comunale di Sant’Orsola, a Marcorengo, dall’imbocco sulla strada provinciale fino ai piedi della chiesetta campestre, Ora, questa strada, sterrata completamente, è forse la strada campestre più bella che ci sia nel territorio comunale.
Sempre e soltanto trafficata da carri agricoli, trainati dalle mucche, quando ancora esisteva il mondo contadino. Passaggi in bicicletta, da parte degli abitanti delle case vicinali alla chiesa, con una salita finale che faceva smontare dalla bici , tirandosela in cima. Una chiesetta restaurata e mèta di cerimonia solenne nella festività specifica. Poi venne il tempo dei trattori, sempre più grandi, che scavarono veri solchi , mai adeguatamente sistemati perché l’acqua corrente dei temporali trascina via il terriccio mobile. Ma la bellezza di questa strada fatta di lievi salite e discese, appena un po’ tortuosa, che attraversa zone denominate “tre ponti”, è unica.
Si potrebbero raccontare storie ed aneddoti, e tutti i veri marcorenghesi di ieri e di oggi l’hanno sempre amata per la sua tranquillità, per l’assenza di auto, per il paesaggio oggi molto boschivo ma molto naturale che sta ai suoi lati. Asfaltarla sarebbe un errore ed un peccato. Il sindaco ha il diritto di voler effettuare opere pubbliche che secondo lei siano a beneficio della popolazione. Ma questa asfaltatura porta allo snaturamento della strada. Sarà un lungo nastro di asfalto esattamente al centro di una natura rigogliosa, in parte coltivata in parte non più. Il territorio di Brusasco contiene grandi primizie, aspetti unici ormai, sia sul piano naturalistico, storico e ambientale. Questa stradina è parte importante di questo patrimonio.
La sindaca afferma che con l’asfaltatura verranno risolti i problemi di manutenzione. Visto lo stato delle buche in via Garibaldi, dove c’è stata la frana, non si direbbe che l’asfaltatura risolva i problemi. Dice la sindaca che la strada diventerà una bellissima passeggiata a piedi. Lo è già. Certo, la strada va sistemata radicalmente. Va pareggiato il piano stradale, rifatti i canali di scolo, fatti a nuovo gli sbocchi per l’acqua corrente, sistemate le rive franose. Ci sono fior di esperti capaci di trovare soluzioni adeguate.
Ma l’asfaltatura no. Si vede bene e ormai lo sappiamo quanto sia importante la difesa dell’ambiente. L’asfaltatura della strada di S.Orsola che porta alla omonima chiesetta va nella direzione della difesa dell’ambiente? Cosa ci guadagnano l’ambiente, il paesaggio, le persone? Secondo me nulla. E poi, non come segno di benevolenza ma di rispetto, si poteva anche chiedere alla comunità di Marcorengo, che tanto viene esaltata quando non costa niente il farlo, se era d’accordo o meno , prima di presentare il progetto in Regione. Per quale motivo calarlo dall’alto a decisioni già prese? Magari la maggioranza dei cittadini e’ d’accordo, nessun problema.
Ma il famoso rispetto verso la frazione, tanto sbandierato in campagna elettorale, dove è finito? Non tutto è perduto: la sindaca può convocare i cittadini di Marcorengo almeno per illustrare un progetto che cambia radicalmente la cartolina del paese. Decisamente in peggio, molto peggio. Teoricamente si può rinunciare al progetto, e quindi ai fondi regionali , che sono metà della spesa, l’altra metà è a carico di tutti gli abitanti del Comune, purché venga fatto prima della assegnazione dell’appalto. (77mila euro la spesa complessiva, 39 mila a carico del Comune).
Vorrà la sindaca confrontarsi con gli abitanti della frazione di Marcorengo? O vuole assolutamente lasciare in eredità a tutti per sempre una striscia asfaltata senza senso ma con grossa spesa? Ricordo ancora che il 13 ottobre 2016 fu presentato, al convegno del MAB UNESCO a Torino, una relazione dell’amministrazione comunale cui collaborò anche l’allora consigliera Isabella Agusta, dal titolo”Dal Borgo al bosco”, in cui si parlava di sentieri e strade da recuperare, perché patrimonio di tutti.
Alcuni sostengono che l fusione dei comuni sarebbe deleterie per la salvaguardia delle tradizioni locali, , e poi si finisce , in piena autonomia comunale, per deturpare un pezzo concreto del paese reale di Marcorengo? Va bè che il peso delle spese per la cultura, nel consuntivo di bilancio, è stato dello 0,68 per cento, ed il peso degli interventi dedicati al turismo risultano essere uguali a zero, ma se si devono spendere soldi pubblici, c’erano e ci sono opere piu’ importanti ed urgenti di questa asfaltatura. O no?
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