Puliva i fossi, usava gli attrezzi e il furgone comunale. Ma il lavoro di cantoniere era svolto “in nero”, senza mai essere regolato da un contratto. E’ quanto hanno accertato i carabinieri del nucleo Ispettorato del Lavoro. Dagli accertamenti delle forze dell’ordine, il cantoniere P. L. D., 40 anni, ha lavorato “in nero” dal 1º luglio 2012 al 24 ottobre 2019 e il Comune di Lauriano è stato condannato a pagare una sanzione amministrativa pari a 14.400 euro oltre al pagamento dei contributi dovuti per il periodo di lavoro, al pagamento delle retribuzioni per tutto il periodo di lavoro considerato “in nero” e alla consegna delle buste paga.
La paga al cantoniere avveniva attraverso i buoni pasto per pranzare nei locali convenzionati con il Comune oppure, in alcuni casi, utilizzando la mensa scolastica.
Le ispezioni dei carabinieri in servizio presso l’Ispettorato del Lavoro hanno certificato come il 40enne cantoniere avesse effettuato un tirocinio di formazione e orientamento presso il Comune di Lauriano dal 15 giugno 2011 al 30 giugno 2011 lavorando 20 ore la settimana. Dal mese di febbraio 2017 il rapporto di lavoro tra il Comune di Lauriano e il cantoniere era regolato come rapporto di lavoro accessorio con successiva emissione di buoni lavori per 160 euro.
Dagli accertamenti dei militari è emerso anche che il cantoniere era stato iscritto all’albo dei volontari civici (previsto da una delibera del consiglio comunale del 25 luglio 2012) a partite dal 19 settembre 2016 con tanto di timbro del Comune, ma la commissione prevista dal regolamento non si è mai riunita.
Inevitabili le reazioni del gruppo di minoranza “Lauriano e Piazzo Domani” che attraverso i consiglieri Emmanuele Serlenga, Renato Dutto e Andrea Sacchi commenta: “In questa fase, oltre che attendere le necessarie spiegazioni di chi è chiamato a fornirle, esprimiamo forte preoccupazione per il fatto che gli eventuali contributi da versare, uniti alle relative sanzioni, andrebbero ad inficiare un quadro finanziario comunale già difficile a causa dell’entità dei crediti non riscossi, ad oggi pari a circa 400 mila euro”.
Sull’accaduto la sindaca Matilde Casa preferisce astenersi da ogni commento.
L’amministrazione comunale s’è affidata all’avvocato Antonella Musy di Torino per il ricorso.
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