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LUNGO DORA

A Ivrea, lungo la sinistra orografica della Dora Baltea, , ovvero sul lato del fiume rivolto verso il centro storico eporediese, vi è un percorso comodo e gradevole per i mezzi, ma soprattutto per il passeggio, ma state calmi, non quel passeggio che credete voi. La cose più belle del Lungo Dora sono queste: - Il fatto che su un lato scorra un fiume impedisce che da quel lato vi siano dei negozi. Per colmo di zelo, in sostanza vi sono pochissimi negozi anche sull'altro lato. - Il fatto che ci siano pochi negozi comporta che ci sia pure poca gente, visto che un ceruleo fiume non può sostituire la più opaca delle vetrine. Nel primo tratto, partendo da Piazza Balla, il percorso pedonale è piuttosto ampio, pur comprendendo anche la pista ciclabile, limitato a sinistra da una ringhiera a confine del fiume, a destra una folta siepe separa il marciapiede dalla strada carrozzabile. Ci avrebbe passeggiato volentieri pure Leopardi, probabilmente. Accostandosi alla ringhiera, vi è la possibilità di vedere uno stretto bordo solido del fiume, dove stazionano, inevitabilmente, alberi tipici degli ambienti umidi e golenali, quindi specialmente salici. Quelli piangenti si sono affogati. In quel breve tratto di terra inerbita, spesso riposano anatre delle specie più varie, sempre tranquille e felici, tranne che a Carnevale, quando si sentono accostate alle arance. Queste anatre non sono moltissime, ma non è raro che a fare loro compagnia contribuiscano delle notevoli pantegane incrociate col Tyrannosaurus Rex. E, checché ne pensi il governatore veneto Zaia, l'arrivo dei Cinesi a Ivrea non ha minimamente influito sulla loro popolazione in quei di Ivrea. Andando ancora avanti, la siepe sulla destra finisce, ma presto compare alla vita un grazioso giardino sull'altro lato della strada. Qui il marciapiede diviene ancora più ampio, talmente tanto che si potrebbe camminare su quattro file rispettando la distanza di un metro per il Coronavirus. Lungo gli ultimi tratti di percorso si avrà modo di incontrare, sul lato destro della strada, il monumento a Ettore Perrone, la fontana di Camillo Olivetti, fino a terminare sul Ponte Nuovo, col sottostante ponte ferroviario. Riguardo al Lungo Dora gli aneddoti sono innumerevoli. Anni fa, un tale di Nome Gigno Vinia, aveva seguito un master per imparare a fare la statua vivente. Visto l'ampio spazio a disposizione, il suddetto eroe decise di fare una prova in una fresca domenica di aprile, proprio sul Lungo Dora. Malauguratamente, quello era il periodo in cui i gabbiani avevano iniziato ad avventurarsi, nella stagione invernale-primaverile, anche molto lontano dal mare e, sentendosi ancora spaesati, si confusero coi piccioni. In tempi più recenti tale Georgia Popolo organizzò sul Lungo Dora il presepe più lungo del mondo. Purtroppo a metà strada i Re Magi si ruppero i coglioni. Infine vi concedo, crepi l'avarizia, un aneddoto famigliare: Mio padre arrivò a Ivrea dalla Toscana nel 1956, indovinate per lavorare dove. Nei primi giorni di permanenza, visitò la città, scattando alcune fotografie. Non poteva mancare una vista panoramica del Lungo Dora. Anni dopo, riesaminando la foto stessa, notò che sul marciapiede deserto, spuntava una fisionomia di giovane donna, vestita di bianco. Fece un ingrandimento e...mah! Sta di fatto che mia madre, che all'epoca mio padre non conosceva nemmeno di vista, aveva quella capigliatura, quel fisico e un vestito bianco come quello. Dora in poi non scrivo più niente del genere.
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