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26 Febbraio 2020 - 10:37
Siamo in allerta Coronavirus. Non ricordo di aver mai vissuto una situazione simile. Terremoti, alluvioni, attentati di mafia, terroristi alle porte, presunti conflitti mondiali in procinto di scoppiare da un momento all’altro, ma la pandemia no, non l’avevo ancora vissuta (e, a dirla tutta, ne avrei anche fatto volentieri a meno).
Per carattere, e anche per forma mentale, sono uno che rispetta le regole, fa quadrato di fronte alle emergenze, e che prima collabora a risolvere i problemi poi, eventualmente, discute. Al netto di ciò, alcune considerazioni. Uno: la politica che strumentalizza situazioni del genere mi fa schifo. Mi fa schifo leggere che i consigli di autorevoli dottori super partes non sarebbero stati ascoltati perché tacciati di razzismo; e, allo stesso modo, mi fa schifo leggere che il governo sarebbe responsabile di strage. No, questa non è politica. Questa è incoscienza populista, senza colore. È un esercizio di caccia al voto per elettori presunti imbecilli, ai quali far credere che tutti, ma proprio tutti i problemi del mondo sono sostanzialmente riconducibili a due: il razzismo e l’immigrazione sregolata. E che palle! Due: è vero che siamo il paese europeo con più contagiati, e su questo dovremmo seriamente riflettere, ma è anche vero che, a differenza di altre nazioni, stiamo facendo un’azione di prevenzione a tappeto, come confermato sempre da autorevoli fonti scientifiche, e questo mi dà comunque fiducia. Fiducia nei nostri medici e nella loro professionalità, a compensazione del sentimento che provo per i politici. Sia lodata la Sanità italiana. Tre: Giambattista Vico diceva che la storia, come ogni altra scienza, fonda su presupposti universali che tendono a ripetersi.
Noi in genere banalizziamo dicendo che la storia si ripete, soprattutto quando paventiamo il ripetersi di catastrofi già accadute nel passato. Possiamo essere d’accordo o meno, ma certo è che leggendo il celebre passo de I Promessi Sposi in cui Manzoni descrive la peste di Milano del 1630, ci si rende immediatamente conto che uno dei fondamenti immutabili di cui parla Vico è senz’altro la stupidità. Sempre la stessa e non c’è internet o computer o cellulare che possa fare la differenza. La caccia indiscriminata agli untori, l’inerzia della politica, le speculazioni dei monatti sulle spalle della povera gente, il menefreghismo ostentato da alcuni, il panico irrazionale di altri, la saccenteria superba degli ignoranti: non è cambiato nulla. Siamo sempre gli stessi. Gli stessi che a fine settecento uccidevano i dottori che si prodigavano a vaccinare contro il vaiolo o gli stessi che condannarono Giordano Bruno e Galileo Galilei perché le loro teorie sulla terra erano esatte. Siamo sempre quelli. Quattro, sentite questa: “La grande peste nella città marittima non cesserà prima che morte sarà vendicata del giusto sangue per preso condannato innocente, della grande dama per simulato oltraggio”. È una quartina del celebre Nostradamus, un menagramo da toccarsi ogni volta che qualcuno ne pronuncia anche solo il nome. Onestamente non si capisce un accidente, eppure per gli esperti decifratori del suddetto porta-sfiga, sarebbe evidentissimo che si parla del Coronavirus e delle sue apocalittiche conseguenze. Boh?! Un po’ di malsana aria fritta, così, giusto per tirarci su il morale… Buona salute a tutti!
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