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07 Gennaio 2020 - 16:36
È la vigilia di Capodanno. Il Papa scende in Piazza San Pietro a visitare il presepe poi, mentre rientra, si avvicina alle transenne oltre le quali stanno accalcati i fedeli. Solito bagno di folla, soliti applausi, poi d’un tratto l’imprevedibile: una donna, dai tratti marcatamente asiatici, agguanta Sua Santità per una manica, lo tira energicamente a sé e non lo molla più, nonostante i garbati ma energici sforzi del Vicario di Cristo di divincolarsi. La scena va avanti per alcuni interminabili istanti, senza che alcuno della scorta intervenga, finché il Papa, deciso a sfuggire alla ferrea presa, colpisce la mano dell’invasata con uno schiaffo e, visibilmente contrariato in volto, si allontana. Il giorno dopo il Santo Padre chiede pubblicamente scusa. Ora, a parte l’eccezionalità della scena, il tutto sembrerebbe destinato a finire lì, magari facendoci pure su una risata. Invece no. Si è scatenato l’inferno. Da un lato quelli che pensano che un Papa non può e non deve reagire, che il suo compito è quello di sopportare le ingiurie come Nostro Signore e non quello di menare come Bud Spencer. Dall’altra parte, invece, quelli che sostengono che la tipa stava facendo male al Papa, un ottantenne sofferente di sciatalgia che ha avuto una reazione più che giustificata e che, inoltre, lo scusarsi il giorno successivo è la dimostrazione dell’eccezionalità della persona. Niente di nuovo. Papa Francesco divide. Oggi se sei di sinistra devi fare il tifo per Papa Francesco, il Papa progressista, comprensivo, misericordioso, che ha scelto il nome del Santo poverello e che sembra dare vigore a quella povertà evangelica che tanto attrae la sinistra. Se sei di destra, invece, tifi per Papa Ratzinger, non perché ti ricordi che Benedetto XVI abbia detto cose indimenticabili, ma perché, nell’immaginario collettivo, rappresenta la tradizione intransigente, che tanto piace alla destra, e poi anche perché, effettivamente, Francesco non ha perso occasione per attaccare qualche leader politico di destra e, dunque, visto che ce l’abbiamo, ben venga un altro Papa da sostenere.
Ma la cosa ancora più curiosa, al di là di questa malsana necessità di dividere sempre e comunque il mondo in fazioni opposte, è che Papa Francesco piace anche molto a quelli che non sono credenti, quelli a cui piace sempre molto mettere in evidenza la presunta ipocrisia di chi crede e che, chissà perché, vedono proprio in questo Papa il paladino delle loro supponenti tesi. Boh… Un bel caos. Solo un paio di considerazioni, prima di chiudere. La prima: la fede è fede e, in quanto tale, andrebbe rispettata. Francesco e Benedetto, magari con sensibilità diverse, rappresentano la stessa unica dottrina cattolica che può apparire progressista o conservatrice a seconda del punto di vista da cui ci si pone, ma che fonda su un unico Vangelo difficilmente riconducibile ai nostri semplicistici schemi di destra e sinistra.
La seconda è che l’apparenza a volte inganna ed occorrerebbe sforzarsi di conoscere meglio le persone prima di giudicarle ed inquadrarle in luoghi comuni. Così, magari, potremmo scoprire con sorpresa che fu proprio l’”intransigente” Benedetto ad eliminare il baciamano o ad iniziare a perseguire con energia i sacerdoti abusatori.
Ed allo stesso modo, forse, riusciremmo a guardare con un sorriso bonario a Francesco che chiede scusa per le sue debolezze e non con la falsa ammirazione di chi pensa che scusarsi sia un’impresa sovrumana. Forse perché non lo ha mai fatto.
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